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Non perdetevi il nuovo numero di Bricks

Cari lettori,

Bricks è la rivista online di AICA (Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) dedicata alla diffusione della cultura digitale e all’innovazione nella didattica. Fondata con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’uso delle tecnologie digitali nel mondo dell’istruzione e della formazione, Bricks offre una piattaforma di confronto e aggiornamento per docenti, studenti e professionisti del settore.

Attraverso articoli, interviste e approfondimenti, Bricks esplora le tematiche più attuali legate all’ICT (Information and Communication Technology), proponendo esperienze didattiche innovative, best practices e case study. La rivista rappresenta un punto di riferimento per chiunque voglia rimanere aggiornato sulle evoluzioni tecnologiche e sulle loro applicazioni nel contesto educativo.

Visitando il sito di Bricks potete scoprire un mondo di risorse utili e ispiranti per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento attraverso l’uso consapevole delle tecnologie digitali.

In particolare, non possiamo perderci il numero 3/2024, appena uscito, che affronta in modo specifico questi temi:

  • Intelligenza Artificiale nella scuola: come supporto alla creatività, personalizzazione e inclusione.
  • Didattica per le competenze emotive: nuove metodologie per nutrire l’intelligenza emotiva.
  • Progetti educativi e inclusione: integrazione dell’IA nell’esperienza di apprendimento, strumenti per BES.
  • Tecnologie AI per apprendimento e creatività: creare videogame educativi, utilizzo di fogli di calcolo e chatbot, IA per il benessere scolastico.
  • Esperienze didattiche innovative: IA e creatività linguistica, narrazione, educazione civica sulle fake news.

Evitando di spoilerarvi il contenuto dei singoli articoli, cerco di farvi capire perché secondo me, se tutti i numeri di Bricks sono belli e interessanti, questo è particolarmente importante per me.

In primo luogo testimonia ancor più dei precedenti la necessità di rafforzare la visione dell’insegnamento come attività strettamente legata alla sperimentazione: l’AI ci può aiutare a fare senza grosso sforzo nella scuola quel lavoro di rielaborazione dei materiali, di analisi critica, di sperimentazione passo passo che può riuscire più semplice in alcuni ambiti scientifici, ma non è facile organizzare in forme logiche e ben strutturate in ambito umanistico, dove spesso sono gli stessi testi scolastici a favorire approcci fondati sulla prassi, ormai scarsamente utile, della restituzione mnemonica di contenuti.

Questo ci permette anche di valorizzare quanto la necessità di analisi critica e consapevolezza in un’interazione verbale del tipo prompt-risposta-correzione rappresenti da molti punti di vista la riscossa degli umanisti appassionati di tecnologia. I colleghi di lettere e filosofia che hanno da tempo usato la tecnologia a scuola hanno sempre condiviso con la sottoscritta un certo sconforto per il fatto che in genere venivano apostrofati con “ah, credevo che insegnasse Matematica”. Ecco, finalmente si rende evidente (e in questo numero di Bricks in modo incontrovertibile) ciò che vado dicendo da tempo: il rapporto con la macchina per la costruzione del sapere non dà luogo a una “Computer Science” di natura esclusivamente algoritmico matematica, procedurale, fondata sul calcolo, ma richiede un approccio trasversale, in cui le conoscenze linguistiche, le abilità espressive, l’analisi critica di testi e di altri media, la semantica sono imprescindibili. Quindi è sempre più evidente l’assurdità che nel nostro sistema di istruzione lega l’informatica solo ad ambiti e insegnamenti di ambito tecnico-scientifico.

Infine, questo numero di Bricks si pronuncia su un altro argomento che mi sta molto a cuore: il rischio che le preoccupazioni su privacy, costi, procedure burocratiche (legittime, ma superabili con un lavoro non superficiale su questi temi) finiscano per causare ritardi e ridurre l’efficacia di percorsi di formazione e innovazioni che finalmente il nostro paese sta finanziando nelle scuole.

Leggete, dunque, questo numero e gustatevelo nei mesi estivi: non sarà una lettura da ombrellone, ma sicuramente una fonte di spunti utili per il prossimo anno scolastico.

Buona lettura!

Federica

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