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Alla scoperta di AskLea

Cari Lettori,

Mi ero iscritta a questa piattaforma un po’ di tempo fa e onestamente non ricordo neanche quando. Suppongo che l’iscrizione non sia stata automatica e il mio account abbia dovuto essere validato, perché la mail con la conferma mi è arrivata il 6 marzo e da allora era finita un po’ nel dimenticatoio.

Per quelle strane circostanza della vita che vengono in aiuto a noi smemorati distratti, ieri ho avuto il piacere di dialogare con Mafe De Baggis e mio marito Stefano Gatti nella presentazione del volume di Mafe e Alberto Puliafito su DeepSeek organizzata da Lions Club Rivoltrepò: casualmente tra le tante evoluzioni meritevoli di attenzione è stata citata anche questa e così mi sono ricordata di quella mail rimasta in sospeso…

Andiamo quindi a fare qualche prova insieme!

Prima di cominciare, sentiamo come Michele, Education Director di AskLea, definisce le caratteristiche del prodotto, in un video che dallo sfondo mi sembrerebbe girato a Didacta 2025.

Sulla sua home page, in effetti, Lea si presenta come “l’assistente didattica basata su AI che stimola il ragionamento, supporta studenti e docenti e trasforma l’apprendimento.” (https://asklea.ai/)

Nella modalità riservata ai docenti troviamo queste funzioni disponibili:

  1. Progettiamo una rubrica di valutazione
    • Permette di creare un prospetto dettagliato per descrivere e misurare specifiche competenze degli studenti.
  2. Progettiamo una lezione o un percorso didattico
    • Supporta il docente nella pianificazione e progettazione di lezioni o interi percorsi didattici, in modo efficace e strutturato.
  3. Progettiamo materiali didattici
    • Consente la creazione di riassunti, approfondimenti e schede tecniche accattivanti, utili per le attività da svolgere in classe.
  4. Progettiamo un quiz o una prova di verifica
    • Facilita la preparazione rapida e personalizzata di quiz o verifiche, tenendo conto di età, difficoltà e argomenti specifici.
  5. Progettiamo un gioco didattico (funzione in arrivo)
    • Funzione in arrivo che punta a introdurre elementi di gamification nelle lezioni, aumentando interesse e coinvolgimento degli studenti.

Ogni funzione include un pulsante “Vai alla funzione” per accedere direttamente agli strumenti dedicati.

Prima di iniziare, come tutte le IA oneste, anche Lea ci avvisa dei sui limiti:

Alcune buone pratiche da conoscere e utilizzare su AskLea!
  • Controlla sempre le risposte che ti vengono fornite da Lea: i sistemi di intelligenza artificiale a volte commettono errori o imprecisioni, e possono essere affetti da pregiudizi.
  • Utilizza sempre un linguaggio appropriato: su AskLea è presente un sistema di monitoraggio automatico che controlla eventuali utilizzi non consentiti della piattaforma (leggi la sezione Uso corretto e uso non consentito della nostra Policy).
  • Proteggi la tua privacy: non inserire mai informazioni personali o informazioni sensibili all’interno delle tue richieste.
  • Sii consapevole dei limiti di Lea: il nostro assistente è addestrato con dati che arrivano fino ad Ottobre 2023 / Aprile 2024. Non ha conoscenza di eventi oltre quella data.

In questo periodo non sono certo una rarità i corsi per docenti (qualcuno tenuto anche da me, confesso) in cui si sperimenta la creazione dei medesimi prodotti per docenti assistita da sistemi più generalisti di intelligenza artificiale, quali ChatGPT, Claude, Gemini e Copilot.

Mi sembra importante, quindi, fare qualche tentativo di confronto con prompt standard, per cercare di capire il valore aggiunto e la differenza.

La prima cosa che noto nella finestra di progettazione del percorso didattico è che Lea propone una finestra, sicuramente facilitante per chi è alle prime armi, in cui ci sono tre campi da riempire:

  1. Campo materia, che si sceglie da una tendina che elenca le materie più comuni oltre a multidisciplinare, educazione civica e “altro”.
  2. Un campo da 600 caratteri in cui si chiede di esprimere le esigenze (argomento, età degli studenti, metodologia didattica, ecc.)
  3. Un campo di testo più breve, a cui si può allegare materiale utile per l’elaborazione della lezione.

Qui, personalmente, entro già un po’ in crisi, perché nel tempo mi sono creata un repertorio di prompt molto articolati di questo tipo:

Ciao! Vorrei impostare una lezione di storia romana di 50 minuti per una classe seconda liceo, focalizzata sulle caratteristiche principali di Roma dalle origini al periodo monarchico. Gli obiettivi didattici sono:

  • Conoscere le origini e le caratteristiche fondamentali della civiltà romana in epoca monarchica.
  • Confrontare criticamente questa civiltà con quella degli Etruschi e dei Greci, evidenziando analogie e differenze.

Il percorso deve includere chiaramente tre momenti:

  1. Flipped classroom: proponi una risorsa preliminare semplice (preferibilmente un breve video o testo sintetico), indicando chiaramente i concetti chiave che gli studenti devono acquisire prima della lezione in aula.
  2. Spiegazione frontale (15-20 minuti): fornisci una proposta sintetica ma dettagliata degli argomenti e degli strumenti (mappe, immagini, timeline) che il docente può utilizzare.
  3. Apprendimento cooperativo (30-35 minuti): proponi almeno due attività collaborative concrete, indicando ruoli degli studenti, modalità operative e materiali necessari.

La proposta finale deve essere organizzata in forma di tabella, indicando tempi, metodi, strumenti e obiettivi specifici di ciascuna fase.

Prevedi inoltre:

  • Una breve attività conclusiva di verifica dei contenuti appresi (max 5 minuti).
  • Una dispensa o sintesi semplificata specificamente pensata per una studentessa ucraina con competenze limitate nella lingua italiana, utilizzando un linguaggio semplice e accessibile.
  • Consigli specifici per rendere la lezione inclusiva per eventuali studenti BES.»

Mi pare anche troppo evidente che su Lea non riuscirò a testare questo frutto delle mie ore di dialogo con ChatGPT: per me, che sono una vecchia grafomane cresciuta nell’era dei blog, il piacere del dialogo con l’IA a volte risiede proprio nella creazione e nella discussione di queste progettazioni iniziali. Però sono consapevole che pochissimi insegnanti corrispondono al mio profilo di fanatica della scrittura online… Quindi torno a una spemplificazione dell’idea e provo a sotto porla alla maschera di Lea.

Mi limiterò quindi a chiedere nel secondo campo:

Titolo della lezione:
“Roma dalle origini all’età monarchica: confronto tra civiltà”
Durata:
50 minuti totali
Destinatari:
Studenti del secondo anno di liceo (classe seconda superiore), inclusiva verso studenti BES e studenti stranieri con limitate competenze linguistiche (nello specifico una studentessa ucraina).Obiettivi didattici:
Conoscere le principali caratteristiche storiche, sociali e culturali di Roma dalla sua fondazione fino alla fine del periodo monarchico.
Sviluppare capacità di confronto critico tra la civiltà romana e quelle degli Etruschi e dei Greci
Collaborare nella ricerca

Poi aggiungerò “Lezione in laboratorio di informatica nel secondo campo.

Inserendo questi dati, Lea avvia un dialogo con me. Bene, la cosa mi piace. Mi chiede se ho qualche idea precisa di metodologie da adottare. Scrivo che vorrei partire con la flipped classroom e poi svolgere un lavoro di gruppo.

Lea quindi mi chiede:

Vorrei chiederti un altro dettaglio: Hai già assegnato materiali da studiare a casa per la parte “flipped” della lezione? Se sì, quali contenuti hanno già affrontato gli studenti prima di questa lezione in laboratorio?

Le dico che ho bisogno anche di suggerimenti per i materiali da assegnare a casa. Mi risponde con un’ultima domanda:

Per la studentessa ucraina con limitate competenze linguistiche, hai già predisposto materiali semplificati o hai esigenze particolari da considerare nella progettazione?

Anche in questo caso formulo una richiesta abbastanza ampia e dico che non ho predisposto materiali e mi serve una dispensa organizzata in frasi brevi che la studentessa possa facilmente rielaborare in una mappa.

Ecco il risultato di questa interrogazione ad AskLea:

https://docs.google.com/document/d/1yC0nICDFrlghwTJnz62qBJFK8wqnkT_fRi9oQKQxlQk/edit?usp=sharing

Per fare un test, vediamo cosa mi restituisce Claude (3.7 Sonnet) con gli stessi dati di input, cioè ricopiando fedelmente parola per parola le stesse cose che ho chiesto a Lea.

Eccola risposta che ho ottenuto:

https://docs.google.com/document/d/1Neu8aonJc6Qem2arDCzdpDaPQTyCyjH2bal8Tm0nYBE/edit?usp=sharing

Confrontateli pure con calma. La mia impressione è che:

  • Lea sia più pronta e più specifica nel guidare gli insegnanti ponendo lei quelle domande che magari un sistema generalista aspetta che siamo noi a porre;
  • Claude sia più prodigo di indicazioni su fonti e materiali esterni.

Voi cosa ne pensate? Fatemi sapere!

Federica

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esperimenti

Tutti programmatori con Cursor?

Cari Lettori,

Cursor è un editor di codice avanzato basato su VS Code, arricchito con funzionalità di intelligenza artificiale per migliorare la produttività degli sviluppatori.

Ho chiesto a ChatGPT di darmi qualche idea su come utilizzarlo ed ho ottenuto questa risposta sintetica:

Cosa puoi fare con Cursor?

Completamento intelligente: suggerisce e completa automaticamente il codice mentre scrivi.
Debug e assistenza AI: aiuta a trovare e correggere errori nel codice in modo interattivo.
Refactoring e ottimizzazione: migliora il codice suggerendo modi più efficienti per scriverlo.
Generazione di codice: può creare funzioni, script e componenti partendo da descrizioni testuali.
Integrazione con Git: supporta la gestione del versionamento direttamente nell’editor.
Supporto multi-linguaggio: funziona con vari linguaggi di programmazione.

Cursor è particolarmente utile per accelerare lo sviluppo, ridurre gli errori e migliorare la qualità del codice grazie alla sua integrazione con l’AI. 🚀

ChatGPT4o

Ho deciso quindi di prendere il codice di un giochino in Python che avevo usato in un corso per ragazzi qualche anno fa e vedere come riusciva a migliorarlo e modificarlo. Dopo averlo sperimentato io, ho fatto fare lo stesso esercizio ai ragazzi con questo o altro codice a loro scelta e, vi spoilero il finale, sono stati tutti molto soddisfatti dell’esperimento.

Questa l’interfaccia: ci si arriva dopo aver installato qualche plugin per Python, ma diciamo che sono operazioni di routine, molto facili e che non necessitano di particolare spiegazione.

Nella parte centrale si incolla il codice da provare, debuggare, migliorare, o anche arricchire.

Nella parte inferiore si trova il terminale in cui far girare il codice.

Sulla destra si apre la chat testuale in cui richiedere modifiche, suggerimenti, ampliamenti… Un dialogo che aiuta molto sia il programmatore ancora inesperto, che può avere nuove idee, sperimentare funzioni che non conosceva, capire meglio la logica del programma, sia il programmatore esperto che a maggior ragione può avviare un dialogo e una revisione più competente delle proposte fornite dall’IA.

Ad esempio, ho chiesto “Vorrei continuare il gioco, aggiungendo altre parti”.

Risposta:

def Intro():

    print (”’Dopo un lungo cammino, si erge di fronte a te la montagna dei draghi. Tra una folta boscaglia, vedi il sentiero che si biforca e scorgi in lontananza, in fondo a ciascun sentiero, una caverna.  La leggenda racconta che in una di queste caverne si trova un drago pericolosissimo, mentre nell’altra c’è un drago buono, che regala monete d’oro dal suo tesoro a tutti i visitatori…”’)

    print()

    nome = input(‘Come ti chiami, coraggioso avventuriero? ‘)

    print(f’\nBenvenuto {nome}! Preparati per la tua avventura!’)

    time.sleep(2)

    return nome

def scegliCav():

    caverna = ”

    while caverna != ‘1’ and caverna != ‘2’:

        print (‘\nIn quale caverna vuoi entrare? 1 o 2?’)

        print (‘(Scrivi 1 per la caverna di sinistra, 2 per quella di destra)’)

        caverna = input()

    return caverna

def verifica(CavScelta, nome):

    punteggio = 0

    print (‘Ti avvicini con cautela alla caverna…’)

    time.sleep(2)

    print (‘Si sente odore di muffa, è un anfratto buio e tenebroso…’)

    time.sleep(2)

    print (‘Un enorme drago con un balzo ti sbarra il passo…’)

    print()

    time.sleep(2)

    amico = random.randint(1,2)

    if CavScelta == str(amico):

        punteggio += 100

        print (f”’…E con la coda spinge verso di te un grande sacco 

               di monete d’oro! Complimenti {nome}, hai guadagnato {punteggio} punti!”’)

    else:

        print (f”’…Spalanca le fauci e

               ti incenerisce tra mille lingue di fuoco! Mi dispiace {nome}, hai perso!”’)

    return punteggio

# Variabili globali per il punteggio totale

punteggio_totale = 0

ancora = ‘s’

print(“=== IL GIOCO DELLE CAVERNE DEI DRAGHI ===\n”)

nome_giocatore = Intro()

while ancora == ‘s’:

    CavNumero = scegliCav()

    punteggio_round = verifica(CavNumero, nome_giocatore)

    punteggio_totale += punteggio_round

    print(f’\nPunteggio totale: {punteggio_totale}’)

    print(‘\nVuoi giocare ancora? (s o n)?’)

    ancora = input().lower()

print(f’\nGrazie per aver giocato, {nome_giocatore}!’)

print(f’Il tuo punteggio finale è: {punteggio_totale}’)

Verificato e funziona. Allora ho chiesto: Vorrei aggiungere una caverna in più ogni volta che si ripete il gioco.

Di fronte a questa domanda più difficile mi ha fornito un codice che non girava. Allora gli ho chiesto di verificare dall’inizio tutto il codice.

Lo ha riscritto così:

import random

import time

def Intro():

    print(”’Dopo un lungo cammino, si erge di fronte a te la montagna dei draghi. 

Tra una folta boscaglia, vedi il sentiero che si biforca e scorgi in lontananza, 

in fondo a ciascun sentiero, una caverna. La leggenda racconta che in una di 

queste caverne si trova un drago pericolosissimo, mentre nell’altra c’è un 

drago buono, che regala monete d’oro dal suo tesoro a tutti i visitatori…”’)

    print()

    nome = input(‘Come ti chiami, coraggioso avventuriero? ‘)

    print(f’\nBenvenuto {nome}! Preparati per la tua avventura!’)

    time.sleep(2)

    return nome

def scegliCav(num_caverne):

    while True:

        print(f’\nIn quale caverna vuoi entrare? (da 1 a {num_caverne})’)

        print(f'(Ci sono {num_caverne} caverne tra cui scegliere)’)

        caverna = input()

        if caverna.isdigit():

            if 1 <= int(caverna) <= num_caverne:

                return caverna

        print(f”Per favore, inserisci un numero tra 1 e {num_caverne}”)

def verifica(CavScelta, nome, num_caverne):

    punteggio = 0

    print(‘Ti avvicini con cautela alla caverna…’)

    time.sleep(2)

    print(‘Si sente odore di muffa, è un anfratto buio e tenebroso…’)

    time.sleep(2)

    print(‘Un enorme drago con un balzo ti sbarra il passo…’)

    print()

    time.sleep(2)

    amico = random.randint(1, num_caverne)

    if CavScelta == str(amico):

        punteggio += 100 * num_caverne

        print(f”’…E con la coda spinge verso di te un grande sacco 

di monete d’oro! Complimenti {nome}, hai guadagnato {punteggio} punti!”’)

    else:

        print(f”’…Spalanca le fauci e

ti incenerisce tra mille lingue di fuoco! Mi dispiace {nome}, hai perso!”’)

    return punteggio

def main():

    punteggio_totale = 0

    ancora = ‘s’

    num_caverne = 2

    print(“=== IL GIOCO DELLE CAVERNE DEI DRAGHI ===\n”)

    nome_giocatore = Intro()

    while ancora == ‘s’:

        print(f”\nLivello attuale: {num_caverne-1}”)

        CavNumero = scegliCav(num_caverne)

        punteggio_round = verifica(CavNumero, nome_giocatore, num_caverne)

        punteggio_totale += punteggio_round

        print(f’\nPunteggio totale: {punteggio_totale}’)

        print(‘\nVuoi giocare ancora? (s o n)?’)

        ancora = input().lower()

        if ancora == ‘s’:

            num_caverne += 1

    print(f’\nGrazie per aver giocato, {nome_giocatore}!’)

    print(f’Il tuo punteggio finale è: {punteggio_totale}’)

if __name__ == “__main__”:

    main()

Ho dovuto rilanciare tutto, ma alla fine con questo codice ha funzionato e ha fatto esattamente quello che volevo! Tempo di lavoro, pochissimo: attività didattica utile e alquanto provocatoria per i ragazzi, soprattutto se accompagnata dalla richiesta di spiegare quanto svolto.

Magari prossimamente vi farò vedere qualche altro lavoretto dei ragazzi, che si sono divertiti anche con Turtle e con un po’ di matematica…

A presto,

Federica

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criticità idee

Riflessioni su ChatGPT a scuola

Cari lettori,

L’argomento è impegnativo, ma l’ennesimo articolo uscito proprio in questi giorni ha finalmente vinto la mia ritrosia a passare dall’esperimento pratico (che trovate, infatti, molto più di frequente nei miei post) alla riflessione teorica.

Pietro Minto è un giornalista e scrittore italiano, nato a Mirano nel 1987. Ha studiato a Padova e Roma, e attualmente risiede a Milano. Negli ultimi dieci anni, si è concentrato principalmente su tematiche legate alla tecnologia e alla cultura digitale, collaborando con diverse testate tra cui Il Foglio, Il Post e Linkiesta.

L’articolo di Pietro Minto “Il difficile rapporto tra scuola e ChatGPT” , pubblicato su Lucy il 14 febbraio 2025, analizza l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT, nel contesto educativo italiano. Secondo una ricerca di NoPlagio.it, il 65% degli studenti italiani tra i 16 e i 18 anni utilizza ChatGPT o servizi simili per studiare e svolgere i compiti. Questo dato evidenzia la crescente diffusione di tali strumenti nelle scuole e università, sollevando preoccupazioni tra docenti e istituzioni riguardo all’integrità accademica e all’efficacia dell’apprendimento.

Già sui primi paragrafi dell’articolo mi prendo una pausa per pensare alle reazioni dei miei ragazzi quando chiedo esplicitamente di svolgere un’attività con ChatGPT. C’è chi sogghigna, chi dice di non essere capace (ma lo è o lo fa?), chi mi guarda come se temesse per la mia salute mentale…

Insomma, il tabù non è solo prerogativa degli insegnanti, nella mia esperienza. Ma continuiamo con la sintesi dell’articolo, che ricorda la scelta di alcune istituzioni che hanno inizialmente cercato di limitare l’accesso a questi strumenti. Ad esempio, nel 2023, i distretti scolastici di New York e Los Angeles hanno bloccato l’accesso a ChatGPT, salvo poi revocare la decisione e riconoscere il potenziale educativo dell’IA generativa. In Italia, il Ministero dell’Istruzione ha avviato una fase di prova biennale in quindici scuole per integrare l’IA nei programmi didattici, con l’obiettivo di valutare l’impatto sull’apprendimento degli studenti. Di questo progetto abbiamo già parlato qui.

L’articolo sottolinea come la pandemia abbia accelerato la digitalizzazione della scuola italiana, con l’adozione di piattaforme come Google Classroom e Microsoft Teams.

Da persona vive la scuola ogni giorno, posso dire che per chi non la frequenta dagli anni ’90, l’ambiente scolastico di oggi appare radicalmente trasformato. Non è stata solo la pandemia a segnare il cambiamento: negli ultimi decenni, le possibilità offerte dalla tecnologia nella didattica si sono evolute in modo profondo, ridefinendo strumenti e metodi di insegnamento, e sono a disposizione di chi vuole usarle in quasi tutte le scuole, in misura più o meno consistente.

Tuttavia, l’integrazione di strumenti avanzati come ChatGPT presenta sfide uniche. L’articolo in questione continua citando Alessandro Cocilova, docente di informatica e matematica a Francoforte, il quale osserva che mentre le risorse educative sono diventate più accessibili digitalmente, l’uso di ChatGPT richiede un ripensamento delle metodologie didattiche per garantire un apprendimento autentico.

Alcuni insegnanti hanno iniziato a incorporare l’IA nelle loro lezioni. Pietro Stori, professore di Filosofia e Storia a Milano, utilizza ChatGPT per creare verifiche e stimolare discussioni in classe, pur riconoscendo le preoccupazioni dei colleghi riguardo all’uso improprio dello strumento. Gianluca Nativo, docente di Italiano, Storia e Geografia, sfrutta l’IA per semplificare testi complessi, rendendoli più adatti agli studenti più giovani.

Sono alcuni tra i possibili utilizzi che abbiamo delineato e tentato di sperimentare anche nei post precedenti e su cui torneremo anche in quelli successivi.

Una delle principali preoccupazioni, ci ricorda Minto, riguarda l’uso di ChatGPT per svolgere compiti a casa, poiché potrebbe ridurre l’impegno degli studenti e ostacolare lo sviluppo del pensiero critico. Per contrastare questo rischio, alcuni docenti richiedono che gli studenti documentino il processo di scrittura, utilizzando strumenti come Google Docs per monitorare le modifiche e garantire l’autenticità del lavoro.

Anche su questo, al momento, i miei esperimenti personali mi dicono che è molto difficile per i ragazzi svolgere un lavoro di documentazione del prompting adeguato: riflettere su ciò che si chiede e su come chiederlo meglio per ottenere risposte sempre più valide, infatti, è un compito difficile da spiegare e di livello molto alto per chi lo deve eseguire. Fa uscire tutti – docenti, studenti e famiglie – dalla zona di comfort offerta dai binari tradizionali. La ferrea sequenza lettura-studio-ripetizione, infatti, proprio quella che rende il compito così prevedibile da essere scontato ed eseguibile in pochi secondi per l’IA, è la gabbia dorata di chi aspira ad un sicuro traguardo in termini di titolo di studio. Rassicurante per il docente, che fa fare agli studenti esattamente ciò che ripeteranno all’esame, strutturato come la stazione di arrivo di quei binari. Confortevole per lo studente, che, se è di buona volontà si allena su quello senza sorprese, mentre se è un furbetto sa già come copiare. Esplicito e inequivocabile per le famiglie, che forse avrebbero difficoltà a seguire i figli in un percorso troppo diverso come modalità da quello in cui sono cresciuti loro. Secondo me queste ragioni psicologiche e culturali ostacolano veramente un uso proficuo di ChatGPT nella scuola, più ancora di qualunque, pur non trascurabile, preoccupazione cognitiva o etica, sulla privacy o sulla tecnologia.

L’articolo conclude evidenziando la necessità di una formazione adeguata per gli insegnanti sull’uso dell’IA in ambito educativo. Andrea Garavaglia, professore all’Università degli Studi di Milano, sottolinea l’importanza di aggiornare le competenze dei docenti per colmare il divario tecnologico e sfruttare appieno le potenzialità offerte dall’IA, evitando che l’adozione di queste tecnologie avvenga in modo disomogeneo tra diverse istituzioni educative.

Apprezzo l’ottimismo e le pie speranze di Andrea Garavaglia, con cui ho avuto il piacere di lavorare in passato e che stimo moltissimo. Sono sicuramente in prima fila nel cercare di colmare i divari e favorire l’equità di accesso alla tecnologia per studenti e docenti, anche se non nego che occasionalmente mi viene un po’ di orticaria quanto capto discorsi di colleghi immersi nella nostalgia del passato e ostili a qualunque cambiamento…

Ma passa tutto quando entro in laboratorio con i ragazzi e faccio tante belle cosucce… Che vi descriverò nel prossimo post!

Federica

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Traduzione automatica di video

Un esempio con Rask.ai

Cari lettori,

Avete mai immaginato di rendere i vostri video accessibili agli studenti o al vostro pubblico, in molte lingue diverse, senza dover passare ore a tradurre e doppiare manualmente? Con un sistema come Rask.ai, tutto questo è possibile grazie all’intelligenza artificiale. Ma come funziona davvero? Ecco i passaggi principali:

Riconoscimento vocale avanzato (Speech-to-Text)

  • Il primo passo che compie l’AI è trascrivere automaticamente l’audio del video.
  • Rask.ai utilizza modelli di riconoscimento vocale che convertono il parlato in testo, identificando con precisione parole, accenti e inflessioni.
  • Risultato? Un testo sincronizzato con il vostro video.

Traduzione automatica intelligente

  • Una volta ottenuta la trascrizione, entra in gioco il modulo di traduzione automatica.
  • Rask.ai traduce il testo nella lingua desiderata, mantenendo il significato e il contesto originale, grazie a sofisticati algoritmi di machine translation.
  • L’obiettivo è evitare traduzioni letterali e rendere il contenuto naturale nella nuova lingua.

Sintesi vocale personalizzata (Text-to-Speech)

  • Il testo tradotto viene poi convertito in audio grazie alla tecnologia text-to-speech (TTS).
  • Potete scegliere tra diverse voci, accenti e tonalità per adattare il parlato al tipo di pubblico.
  • Il risultato? Un audio fluido e realistico, che sembra prodotto da un madrelingua.

In buona sostanza, la tecnologia di Rask.ai combina linguistica computazionalereti neurali e intelligenza artificiale generativa per migliorare continuamente la qualità delle traduzioni e delle voci.

Per gli insegnanti il problema di questo specifico strumento può essere un costo piuttosto elevato: si parte da un minimo di 50 $ al mese. La versione gratuita di prova consente solo di fare tre video brevissimi. Vi mostro di seguito i risultati del mio esperimento.

Ho scelto un video disponibile su Youtube, nel canale di AI Education for All.

Il video è il seguente:

Ho inserito il link e la piattaforma ha svolto in pochi minuti e in maniera trasparente i passaggi che ho descritto sopra. Nella schermata è possibile alla fine interagire e ritoccare modificando a piacere sia la trascrizione sia i tempi di esecuzione.

Alla fine si può salvare in cloud o scaricare. Questo è il risultato che ho ottenuto io.

A voi giudicare!

Federica

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Cose che gli studenti possono imparare dall’AI

Cari lettori,

ho appena iniziato un corso per gli studenti della mia scuola, dal titolo “Il mondo dell’intelligenza artificiale”. Non sapendo, poiché gli studenti provengono da classi diverse, su quali prerequisiti potessi contare, ho deciso di fare una prima lezione un po’ interlocutoria e di valutazione dell’audience. Come spesso accade nella mia professione, insegnando ho dato il via anche ad un approfondimento mio e ad una serie di riflessioni ex post, per cui alla fine, forse, ho imparato tanto quanto i miei studenti.

Quello che vi presento oggi, quindi, è un breve scritto con una sintesi delle mie riflessioni.

La chiacchierata della prima lezione è sfociata nell’ascolto della prima puntata di un bellissimo podcast del Post, dal titolo “Geniale”, che colgo l’occasione per consigliarvi, dato che tra l’altro è uno di quelli per il cui ascolto non è necessario l’abbonamento al giornale (che comunque mi sento di aggiungere come secondo consiglio, perché lo ritengo di qualità molto più elevata di tutti gli altri mezzi di informazione). Il podcast che ho utilizzato, dunque, lo trovate qui: https://www.ilpost.it/podcasts/geniale/

I concetti più importanti che abbiamo estrapolato nel nostro dialogo a commento del podcast sono relativi al modo in cui le macchine vengono istruite per poter svolgere determinati compiti con l’efficienza desiderata. Di conseguenza, ci siamo concentrati sul confronto tra addestramento e modellizzazione.

L’istruzione delle macchine può avvenire infatti, principalmente, attraverso questi due approcci.

L’apprendimento automatico (machine learning) si basa sulla capacità delle macchine di migliorare le loro prestazioni analizzando grandi quantità di dati e identificando modelli al loro interno. Attraverso algoritmi specifici, le macchine apprendono da esempi e dati passati, permettendo loro di fare previsioni o prendere decisioni basate su nuove informazioni. Questo approccio è particolarmente utile in contesti dinamici e complessi, dove le variabili cambiano continuamente e l’adattamento è essenziale.

Dall’altro lato, l’istruzione attraverso modellizzazione implica la creazione di modelli espliciti basati su regole, equazioni o rappresentazioni logiche fornite dagli sviluppatori. In questo metodo, i modelli sono costruiti per simulare il comportamento di sistemi specifici e prevedere risultati. La modellizzazione è più controllata rispetto all’apprendimento automatico, poiché segue schemi ben definiti e può essere utilizzata quando le relazioni tra le variabili sono note e stabili. Entrambi gli approcci hanno i loro punti di forza: l’apprendimento automatico è potente in contesti dove è necessario scoprire nuove relazioni nei dati, mentre la modellizzazione è efficace per rappresentare processi comprensibili e verificabili.

Dopo questa lezione, mi sono ritrovata a pensare quanto questo discorso possa spingerci a comprendere meglio anche il modo in cui noi impariamo (o insegniamo). Il nostro modo di insegnare nelle scuole italiane è alquanto simile all’addestramento, con la richiesta di immagazzinare nelle giovani menti dei nostri studenti molti dati che spesso vengono richiesti in una restituzione molto fedele a quanto l’insegnante ha detto o a quanto si trova sul libro di testo o sulle slide. Anche se si parla tanto di problem solving, l’approccio di studenti e insegnanti è molto raramente improntato alla modellizzazione, anche quando dall’uso esperto di modelli si potrebbe guadagnare tempo ed efficacia.

Lo vedo spesso nei giovanissimi studenti alle prese con il primo studio delle declinazioni latine: ciò che con un uso del modello potrebbe essere acquisito molto rapidamente, non si trasforma in apprendimento efficace se non si fanno declinare diversi sostantivi, per più settimane. In questo esercizio spesso devo constatare che i ragazzi imparano a memoria, cercando di ripetere tutta la “filastrocca” di termini declinati a memoria, invece di focalizzarsi sulle caratteristiche chiave delle desinenze e sulla loro funzione logica.

L’unico modo che ho per spiegarmelo è ricorrere alle mie conoscenze sullo sviluppo della mente in età evolutiva. Durante l’adolescenza, la mente è in una fase di transizione tra il pensiero concreto dell’infanzia e lo sviluppo del pensiero astratto e metacognitivo. A quest’età, le abilità cognitive sono ancora in evoluzione, e il passaggio dall’apprendimento meccanico a quello critico e riflessivo avviene gradualmente. La memorizzazione delle declinazioni latine può essere vista come un metodo di studio rassicurante e diretto per gli studenti, che permette di acquisire una base solida su cui costruire successivamente competenze più analitiche e complesse. Inoltre, l’abitudine a memorizzare sequenze e strutture linguistiche aiuta a sviluppare la memoria a breve e lungo termine, un aspetto cruciale per la maturazione cognitiva. Solo successivamente, man mano che il pensiero astratto si sviluppa, gli studenti diventano più capaci di comprendere e riflettere sulle funzioni logiche delle desinenze, analizzando come queste influiscano sul significato e sulla struttura delle frasi. L’insegnamento tradizionale del latino, che spesso inizia con l’apprendimento mnemonico delle declinazioni, può quindi avere una base educativa nello sviluppo graduale delle capacità cognitive, preparando gli studenti a una comprensione più profonda delle regole linguistiche una volta che le loro abilità di pensiero logico e analitico sono sufficientemente sviluppate.

Gli studenti che frequentano il mio corso sull’AI, invece, sono tutti del secondo biennio o dell’ultimo anno: varrà dunque la pena di ricordare più esplicitamente a loro i vantaggi del duplice approccio anche per la mente umana, e non solo per le macchine!

Cosa ne pensate?

Federica

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risorse

Il mio amore per Canva

Cari lettori,

Canva.com oggi ha deciso di premiare la mia lunga collaborazione con un badge. Nel mio profilo principale (che non è l’unico, perché ne ho anche uno esclusivamente didattico) ho creato, infatti, più di 500 progetti.

Mi sento quindi in dovere di ricambiare una tale manifestazione di affetto per l’utenza con un breve post in cui riassumere a chi ancora volesse essere resistente all’uso di questo prodotto (o di altri analoghi) quelli che sono i principali pregi di una piattaforma in cloud per creare rapidamente contenuti esteticamente accattivanti:

Il primo pregio è ovviamente la facilità d’uso: Canva è una piattaforma intuitiva e facile da usare, che consente di creare contenuti visivamente accattivanti con pochi passaggi, anche senza competenze avanzate di design.

Canva, inoltre, è estremamente versatile, offrendo una vasta gamma di modelli predefiniti per social media, presentazioni, brochure e molto altro, tutti personalizzabili per adattarsi a qualsiasi esigenza specifica: dalle lezioni curricolari agli open day, tanto per intenderci!

Del resto, Canva offre una serie di strumenti di design integrati che permettono a chiunque di creare contenuti visivamente professionali senza dover ricorrere a software complessi. La piattaforma mette a disposizione funzionalità avanzate per l’aggiunta di testo, immagini, icone e grafiche, consentendo di personalizzare facilmente ogni elemento del progetto. Grazie alla possibilità di modificare colori, caratteri e layout con grande libertà, gli utenti possono dare vita a design unici e creativi, mantenendo alti standard estetici con semplicità e rapidità.

Un altro punto di forza di Canva è la sua capacità di facilitare la collaborazione. La piattaforma permette agli utenti di lavorare in tempo reale su uno stesso progetto, rendendo estremamente utile la gestione di progetti di gruppo o la raccolta di feedback immediato. Inoltre, una volta completati, i design possono essere facilmente condivisi o scaricati in una varietà di formati, ideali sia per l’uso digitale che per la stampa professionale, assicurando flessibilità nell’utilizzo dei contenuti creati.

Oltre agli strumenti di design e alla collaborazione, Canva offre accesso a un vasto archivio di risorse multimediali. Gli utenti possono scegliere tra una ricca collezione di immagini, video, illustrazioni e grafiche per arricchire i loro progetti, molte delle quali sono disponibili gratuitamente. Per chi desidera accedere a contenuti ancora più esclusivi, Canva Pro fornisce una selezione di risorse premium che permette di elevare ulteriormente la qualità del design, offrendo infinite possibilità creative. Inoltre è possibile caricare le proprie risorse: quindi, perché non fare un bell’album ricordo del viaggio di istruzione?

La portabilità e la fruibilità su diversi dispositivi sono sicuramente un ulteriore punto di forza, ma tra le aggiunte più significative non possiamo dimenticare le novità offerte dall’integrazione dell’AI. Grazie all’AI, Canva offre suggerimenti intelligenti che aiutano a migliorare i progetti, proponendo abbinamenti ottimali di colori, caratteri e layout basati sui contenuti inseriti. Inoltre, la piattaforma consente la generazione automatica di testi e immagini, facilitando la creazione di contenuti su misura. Ad esempio, strumenti come “Text to Image” permettono di generare immagini a partire da descrizioni testuali, offrendo infinite possibilità creative.

Tra le funzionalità avanzate c’è anche il ridimensionamento automatico dei design, una caratteristica di Canva Pro che sfrutta l’AI per adattare i progetti a diversi formati, mantenendo sempre l’equilibrio estetico, come nel caso del passaggio da un post per Instagram a una copertina per Facebook. O, come è successo a me oggi, dovendo riadattare una vecchia locandina digitale al formato standard dei manifesti 70×100 cm. Un’altra funzione particolarmente utile è la rimozione dello sfondo dalle immagini, resa semplice e veloce dall’AI, ideale per chi lavora con foto di prodotto o ritratti, oppure per chi deve mettere insieme loghi diversi, che solitamente ogni ente invia con sfondi vari, dal bianco al nero, passando per il trasparente, e che è sempre molto difficile integrare in modo non stucchevole nella stessa intestazione di slide o locandine. Questo esempio avrà sicuramente strappato un sorriso a tutti quelli tra voi che si sono ritrovati a lavorare sulla pubblicizzazione di eventi a cui hanno partecipato diversi partner, di provenienza varia…

Ma torniamo a Canva con una riflessione finale: l’AI integrata accelera il processo creativo, suggerendo automaticamente combinazioni di layout e facilitando la creazione di contenuti visivi senza comprometterne la qualità. Strumenti come Auto Layout e la correzione automatica del testo rendono il design accessibile a tutti, anche a coloro che non possiedono competenze grafiche avanzate, permettendo di creare progetti professionali con pochi clic.

E adesso alzi la mano chi ancora vuole usare qualche vecchio software installato da anni sul suo notebook…

Federica

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esperimenti recensioni risorse

Alla scoperta di Perplexity

Cari lettori,

magari vi siete già imbattuti più volte in https://www.perplexity.ai/ , ma, se non è così, lasciate che vi guidi subito a porre rimedio a questa lacuna. Una persona che vuole insegnare e/o fare ricerca, infatti, non può trascurare questa applicazione dell’AI proprio all’ambito della ricerca.

In rete Perplexity viene definito come un motore di ricerca innovativo, ma per chi ricorda gli inizi dei motori di ricerca e si è abituato a fare interrogazioni usando operatori logici è subito evidente che siamo a dir poco su un altro pianeta. L’interfaccia, del resto, è quella di un chatbot conversazionale e persino i colori e i font a un occhio inesperto lo rendono del tutto simile a ChatGPT.

In realtà Perplexity AI utilizza modelli linguistici avanzati, come GPT-3.5 e GPT-4, per fornire risposte dirette e pertinenti alle domande degli utenti. A differenza dei motori di ricerca tradizionali che restituiscono una lista di link, Perplexity analizza il contesto delle query e seleziona le informazioni più rilevanti da una varietà di fonti affidabili, tra cui articoli scientifici, forum online e contenuti multimediali. Di fatto, combina tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e machine learning per comprendere le domande degli utenti e fornire risposte pertinenti, stabilendo con chi la sta interrogando una sorta di dialogo.

Inoltre, Perplexity, fornisce in maniera dettagliata delle fonti. Ad esempio, alle domande che ho posto sulla sua interfaccia, chiedendo come è progettata e quale interazione propone, mi ha risposto:

L’interfaccia è progettata per essere intuitiva: gli utenti possono digitare domande in linguaggio naturale e ricevere risposte contestualizzate. Inoltre, è possibile porre domande successive per approfondire argomenti specifici, mantenendo il contesto della conversazione.(fonte 2) (fonte 4) La funzione “Copilot” permette anche un’interazione più avanzata, utilizzando modelli AI come GPT-4 per migliorare la qualità delle risposte. (fonte 6) (fonte7)

Nella parte in alto le fonti sono citate in miniature, che si possono espandere in una colonna sulla destra.

esempio di interfaccia delle fonti

Per esempio, la fonte 2 era: https://www.punto-informatico.it/scoperta-perplexity-ai-caratteristiche-funzionalita/

Ne cito solo una a titolo di esempio per dare un’idea della qualità media delle fonti: fornisce in tempi più brevi e già classificate sommariamente per argomento le fonti più facili da trovare (articoli vari sul web, in genere di accettabile attendibilità, ma comunque da vagliare). Sicuramente fa risparmiare molto tempo rispetto alle ricerche che eravamo abituati a svolgere da soli. Almeno per la conoscenza di base.

Oltre alle fonti, la risposta viene articolata in chiari paragrafi ed è seguita da proposte di approfondimento:

Certo, se si vuole andare più in profondità probabilmente le cose cambiano. Ma di questo mi occuperò in un prossimo post, magari cercando di capire se per il lavoro di chi insegna ci può essere molta differenza tra la versione gratuita e quella a pagamento.

Alla prossima!

Federica

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A volte ritornano…

Cari lettori,

Recentemente sono stata in una scuola come formatrice e l’animatore digitale di quell’istituto mi ha mostrato ciò che ha nei suoi “armadi delle meraviglie” e che sarebbe bello insegnare ad utilizzare nella didattica al maggior numero possibile di docenti. Per me queste esplorazioni sono sempre croce e delizia.

Croce, perché mi prende una certa tristezza nel pensare a quale investimento in tecnologia nelle nostre scuole giace spesso dimenticato o sottoutilizzato, mentre sui social (e purtroppo anche nei collegi docenti) i più discutono se si debba insistere o no sull’uso del corsivo nei compiti in classe e se si debbano o no ritirare gli smartphone per tutta la durata delle lezioni.

Delizia, perché molti di quei dispositivi sono legati a ricordi bellissimi, oppure a idee sempre entusiasmanti, o comunque a speranze che da appassionata quale sono non riesco mai ad abbandonare.

Insieme all’animatore digitale, ho scelto 4 scatole azzurre, più o meno cubiche, su cui lavorare insieme…

Correva l’anno 2014 (quasi dieci anni fa), quando la nostra famiglia (a partire da mio marito) si orientò su un regalo di Natale che allora era una novità assoluta.

Hello,

By now Dash & Dot have been shipped to you, and we hope you are having lots of fun playing with them! We would like to take some time to answer common questions we are getting about our applications and outfits. There have been some delays in Android support and outfit shipments because we are taking some extra time to ensure a high-quality experience. After many hours of kid testing, we’ve also made some changes to our phone support.  

Così iniziava la mail di Wonder Workshops: l’azienda è ancora attiva, anche se riprendere in mano dopo un po’ di anni che non li usavo questi robottini ha evidenziato ai miei occhi che piano di sviluppo si è un po’ ridotto ed orientato diversamente rispetto a quanto avevamo immaginato inizialmente.

Quando li ho acquistati i robottini erano venduti in un kit da due: Dash è un robot mobile, dotato di sensori, luci e suoni, che può muoversi e interagire con l’ambiente, mentre Dot è stazionario e funge da “cervello” del sistema, comunicando con Dash e reagendo agli input, ma solo con luci e suoni. Con questi due robottini mi sono sempre trovata bene (fino al 2020, quando sono stati accantonati perchè non si facevano laboratori in presenza): in uno spazio e con un peso ridotto, anche se si lavora fuori sede, si può proporre un piccolo laboratorio di programmazione con Blockly in cui lavorare su interazioni, condizioni, cicli e successioni temporali.

Ora ho scoperto che l’impostazione del prodotto prevede:

  • l’utilizzo del solo Dash (quindi ad interagire possono essere solo i robottini più complessi, che sono anche i più costosi)
  • l’offerta alle scuole di kit di Dash per l’intera classe
  • l’offerta, sempre per le scuole, di una piattaforma di programmazione con classi virtuali gestibili dal docente e, con un sovrapprezzo, dotate anche di emulatore virtuale del robot, per gestire una didattica sia in aula sia a distanza
  • la possibilità di avere kit aggiuntivi, anche integrabili con blocchi Lego (questa era prevista anche nel 2014, sia pur con kit un po’ diversi)
  • linee guida anche per l’utilizzo in famiglia, con esplicito riferimento all’home schooling

Se dovessi sintetizzare tutto questo, direi che il prodotto si è orientato sempre di più verso l’applicazione didattica e l’insegnamento del coding in classe.

Con questo taglio è costruita anche la comunicazione web, dal momento che il sito ha una specifica sezione “Professional development” , rivolta agli insegnanti, che contiene video e proposte di webinar, seminari e corsi.

Non mi è stato possibile testare la piattaforma didattica pienamente, perchè ci sono funzioni riservate a chi ha un codice d’acquisto recente, ma anche ciò che si può fare senza iscrizione e rapidamente può essere un primo approccio simpatico al pensiero computazionale. Nell’immagine che riporto sotto trovate un mio esempio di giochino sui versi degli animali con Dot, che con opportune modifiche si può usare anche con il Dash.

Se vi ho fatto venire un po’ di desiderio di giocare e sperimentare, vi informo che Dash è in vendita in Italia presso diversi rivenditori, anche online, ad un prezzo intorno ai 270 €. Arriva già montato e dunque tutta l’attività di robotica si imposta sulla sua programmazione (non sono necessarie lezioni e istruzioni per il montaggio). Comandi direzionali, suoni, luci e rilevamento ostacoli sono le sue funzioni base. Si connette tramite bluetooth a notebook o tablet e anche questo lo rende abbastanza facile da utilizzare, perchè si accoppia come un paio di cuffie o uno smartwatch: non è necessario imparare ad usare particolari collegamenti e procedure di connessione.

Intanto che scrivevo questo post i miei robottini si sono ricaricati con un normale cavo usb e quindi sono pronta per andare a fare qualche altro esperimento con loro. Auguratemi buon divertimento!

Federica

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esperimenti

Riscaldamento di inizio anno scolastico…

Cari lettori,

dopo la pausa estiva, rieccomi con un primo post di riscaldamento, che nasce da una situazione reale e come tale si presta ad essere un suggerimento per un compito di realtà da svolgere con i vostri studenti.

Mi sono trovata spesso in queste settimane a condividere con i colleghi quel bel momento in cui qualcuno offre un piccolo rinfresco per salutarci perché ha ottenuto il pensionamento: tra lacrime, applausi e regali, sappiamo tutti che in quel momento si consumano dei veri e propri attentati alla linea per tutti coloro che hanno sudato per superare nei mesi estivi la cosiddetta “prova costume”. Partendo da questa banalità, della quale mi scuso (ma siamo ancora un po’ in clima vacanziero, spero che mi perdonerete!), ho pensato a un bel prompt per ChatGPT su cui si può lavorare con gli studenti per far fare loro approfondimenti di scienze su alimenti e loro composizione, di educazione motoria sulle attività sportive e il consumo di calorie, su anatomia, ma anche su fisica ed energia impiegata per sollevare pesi… E lascio a voi scatenare la creatività in merito, se l’idea vi piace.

Ecco dunque il primo prompt:

Ho detto:

Ciao! Oggi ho partecipato ad un rinfresco per salutare le colleghe che vanno in pensione e ho mangiato: 2 pizzette di pasta sfoglia, un bicchiere di fanta, un fetta di torta con la panna. Quante calorie dovrei aver introdotto nel mio corpo?

ChatGPT ha detto:

Ciao! Posso aiutarti a stimare le calorie che hai consumato.

  1. Pizzette di pasta sfoglia: Ogni pizzetta di pasta sfoglia (di dimensioni standard) può contenere circa 150-200 calorie. Dato che ne hai mangiate due, il totale è di circa 300-400 calorie.
  2. Bicchiere di Fanta: Un bicchiere di Fanta (circa 200 ml) contiene circa 90 calorie.
  3. Fetta di torta con panna: La quantità di calorie in una fetta di torta con panna varia molto a seconda della ricetta, ma una stima media potrebbe essere intorno a 300-400 calorie.

Calorie totali stimate:

  • Pizzette: 300-400 kcal
  • Fanta: 90 kcal
  • Fetta di torta: 300-400 kcal

Totale: 690 – 890 calorie.

Questa è una stima approssimativa, poiché le calorie esatte possono variare a seconda delle dimensioni delle porzioni e degli ingredienti specifici.

Ho detto:

Interessante. Se vado a correre e tengo un passo di 6 minuti al km, quanti minuti devo correre per consumare quelle calorie?

ChatGPT ha detto:

Per calcolare quanto dovresti correre per bruciare le calorie introdotte, dobbiamo considerare alcuni fattori, come il tuo peso corporeo e l’intensità dell’attività. Tuttavia, possiamo fare una stima generale.

Correre a un passo di 6 minuti al chilometro (circa 10 km/h) brucia in media tra 8 e 10 calorie per minuto, a seconda del peso corporeo e del metabolismo individuale.

Ecco che dal dialogo possono nascere diverse riflessioni e approfondimenti, sia sul peso, sull’età, sulle pulsazioni al minuto e altri dati fisiologici, sia sulla composizione dei cibi.

Ti fornisco alcuni dati sul mio peso circa 65 KG e sul numero di pulsazioni medio dell’attività, circa 167. Come cambia il calcolo?

ChatGPT ha detto:

Con i dati forniti, possiamo affinare la stima delle calorie bruciate durante la corsa.

Calcolo delle calorie bruciate:

Il consumo calorico durante la corsa dipende da vari fattori, tra cui il peso corporeo, la velocità, e la frequenza cardiaca. Con un peso di 65 kg e una frequenza cardiaca media di 167 battiti al minuto durante la corsa, possiamo fare una stima più precisa.

Una formula comune per stimare le calorie bruciate durante l’attività fisica è la seguente:

Calorie bruciate al minuto=(0.6309×FCmedia+0.09036×peso+0.2017×etaˋ−55.0969)×durata in ore×4.184\text{Calorie bruciate al minuto} = (0.6309 \times FC_{\text{media}} + 0.09036 \times \text{peso} + 0.2017 \times \text{età} – 55.0969) \times \text{durata in ore} \times 4.184Calorie bruciate al minuto=(0.6309×FCmedia​+0.09036×peso+0.2017×etaˋ−55.0969)×durata in ore×4.184

Dove:

  • FCmediaFC_{\text{media}}FCmedia​ è la frequenza cardiaca media (167 BPM)
  • Il peso è in kg (65 kg)
  • L’età è stimata; se non la conosciamo, possiamo omettere quel fattore per una stima semplificata.

Per semplificare, possiamo stimare che una persona di 65 kg con una frequenza cardiaca media di 167 BPM brucia circa 10-12 calorie al minuto correndo.

Calorie da bruciare:

Hai consumato circa 690-890 calorie.

Tempo di corsa stimato:

  • Se bruci 10 calorie al minuto:
    • 690 calorie richiedono circa 69 minuti di corsa.
    • 890 calorie richiedono circa 89 minuti di corsa.
  • Se bruci 12 calorie al minuto:
    • 690 calorie richiedono circa 58 minuti di corsa.
    • 890 calorie richiedono circa 74 minuti di corsa.

Conclusione:

Con il tuo peso e una frequenza cardiaca di 167 BPM, dovresti correre tra 58 e 89 minuti per bruciare le calorie consumate, con una stima media di circa 10-12 calorie al minuto.

Altra possibile strada da percorrere:

ho detto:

Mi sapresti dire quanti carboidrati, quanti grassi e quante proteine ho mangiato in questo rinfresco?

ChatGPT ha detto:

Per stimare la quantità di carboidrati, grassi e proteine che hai consumato durante il rinfresco, dobbiamo analizzare ogni componente del pasto. Ecco una stima basata sugli alimenti che hai descritto:

1. Pizzette di pasta sfoglia (2 pezzi)

Una pizzetta di pasta sfoglia tipica può contenere:

  • Carboidrati: 15-20 g per pizzetta
  • Grassi: 10-15 g per pizzetta
  • Proteine: 3-5 g per pizzetta

Per 2 pizzette:

  • Carboidrati: 30-40 g
  • Grassi: 20-30 g
  • Proteine: 6-10 g

2. Bicchiere di Fanta (circa 200 ml)

Un bicchiere di Fanta contiene:

  • Carboidrati: 22-26 g (principalmente zuccheri)
  • Grassi: 0 g
  • Proteine: 0 g

3. Fetta di torta con panna

Una fetta media di torta con panna può contenere:

  • Carboidrati: 30-50 g (varia a seconda del tipo di torta)
  • Grassi: 15-25 g
  • Proteine: 3-6 g

Totale stimato:

Carboidrati:

  • Pizzette: 30-40 g
  • Fanta: 22-26 g
  • Torta: 30-50 g
  • Totale82-116 g

Grassi:

  • Pizzette: 20-30 g
  • Torta: 15-25 g
  • Totale35-55 g

Proteine:

  • Pizzette: 6-10 g
  • Torta: 3-6 g
  • Totale9-16 g

Questi valori sono delle stime basate su porzioni standard e possono variare a seconda delle ricette specifiche e delle dimensioni delle porzioni.

Infine, un’ultima prova:

Se invece di andare a correre, andassi in palestra, quale tipologia di esercizi mi consiglieresti per smaltire quello che ho mangiato?

ChatGPT ha detto:

Se preferisci andare in palestra per smaltire le calorie consumate, ti consiglio di combinare esercizi cardio con esercizi di forza, poiché questo approccio ti permette di bruciare calorie in modo efficace sia durante che dopo l’allenamento (grazie all’effetto post-combustione).

1. Esercizi Cardio

Il cardio è fondamentale per bruciare calorie rapidamente. Ecco alcune opzioni:

  • Tapis roulant: Correre o camminare in salita (almeno 6% di pendenza) può bruciare circa 400-600 calorie all’ora. Un’intensità moderata-alta per 45-60 minuti potrebbe aiutarti a bruciare una buona parte delle calorie consumate.
  • Ellittica: Questo è un ottimo esercizio a basso impatto che può bruciare tra 300-500 calorie all’ora a intensità moderata-alta.
  • Cyclette o spinning: Può bruciare tra 400-600 calorie all’ora, a seconda dell’intensità e della resistenza.

2. Allenamento a circuito (Circuit Training)

L’allenamento a circuito è una combinazione di esercizi di forza e cardio eseguiti con brevi pause, che può aumentare il consumo calorico. Puoi provare un circuito come questo:

  • Jumping Jacks: 1 minuto
  • Squat con pesi: 15-20 ripetizioni
  • Burpees: 15-20 ripetizioni
  • Affondi con pesi: 15 ripetizioni per gamba
  • Push-up: 15-20 ripetizioni
  • Mountain Climbers: 1 minuto

Esegui questo circuito per 3-4 volte con pause brevi (30-60 secondi) tra un ciclo e l’altro. Questo tipo di allenamento può bruciare fino a 500-600 calorie in un’ora.

3. Esercizi di Forza

L’allenamento con i pesi aiuta a costruire massa muscolare, che a sua volta aumenta il metabolismo basale, permettendoti di bruciare più calorie anche a riposo. Un allenamento completo per tutto il corpo potrebbe includere:

  • Squat (con bilanciere o manubri)
  • Deadlift
  • Panca piana
  • Rowing con bilanciere o manubri
  • Military press
  • Plank (tenere la posizione per 1-2 minuti)

Concentrati su esercizi multi-articolari (che coinvolgono più gruppi muscolari) per massimizzare il consumo calorico. Un allenamento di forza completo dovrebbe durare circa 45-60 minuti.

4. HIIT (High-Intensity Interval Training)

L’HIIT è molto efficace per bruciare calorie in poco tempo. Potresti fare sprint su tapis roulant, salti con la corda, o ciclismo ad alta intensità alternati a periodi di riposo. Esempio:

  • 30 secondi di sprint
  • 30 secondi di camminata o riposo attivo

Ripeti per 20-30 minuti. Questo tipo di allenamento può bruciare fino a 500 calorie in 30 minuti e ha il vantaggio dell’effetto “afterburn”, che ti fa continuare a bruciare calorie anche dopo l’allenamento.

Conclusione

Combinando cardio e allenamento a circuito, o scegliendo l’HIIT, potresti smaltire efficacemente le calorie introdotte al rinfresco. Un buon obiettivo potrebbe essere un allenamento di 60-90 minuti in totale, con una combinazione di cardio e forza. Ricorda di adattare l’intensità in base al tuo livello di fitness e di consultare un professionista se necessario.

Che ne dite? Vi piace come esercizio per la ripresa delle lezioni?

Io, intanto, comincio a fare un po’ di cardio, visti i rinfreschi!

Federica

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Teachally alla prova

Cari lettori,

vi avevo promesso qualche tempo fa una prova di Teachally, che avevo recensito rapidamente, basandomi su quanto veniva dichiarato nella presentazione del team che lo ha realizzato.

Ora sono entrata registrandomi e mi sono trovata di fronte un’interfaccia grafica piacevole, che mi ha invitata a creare la mia prima classe. La creazione della classe è più specifica di quella a cui siamo abituati con Google, perché vengono chiesti anche anno di corso e materia. Inoltre viene richiesto di impostare durata e struttura della lezione. A questa classe gli studenti possono essere invitati con codice di invito  oppure inseriti con importazione di un csv o manualmente.

A questo punto se si va nella sezione “Plan and teach” si trova un pulsante che permette di generare lezioni singole o unità di apprendimento da svolgere in più lezioni successive.

Si richiede di compilare un prompt consistente in una breve descrizione dell’argomento della lezione o dell’unità.

Ho fatto un esperimento di educazione civica e geografia sul confronto tra sistemi parlamentari e presidenziali: mi ha invitata con suggerimenti a semplificare e ridurre il campo, sicché alla fine ho scelto il prompt “A comparison of presidential and parliamentary systems between the US and Italy”.

Ho chiesto di generare un’unità di apprendimento di 4 lezioni, comprensiva di guida per il docente.

Un avviso mi avverte che potrei anche aggiungere materiali selezionati da me su questo argomento per integrarli nell’unità generata.

La generazione ha richiesto un po’ meno di un minuto.

Il risultato sono 4 lezioni con guida completa e abbondante (nel senso che suggerisce molti materiali, ben più di quelli che si possono usare in 45 minuti di lezione, alcuni in effetti non proprio pertinenti per il tipo di didattica a cui siamo abituati, nel senso che ci sono molti articoli online su incontri tra Presidenti del Consiglio italiani e Presidenti statunitensi, ad esempio). Potete scaricare di seguito la prima delle lezioni generate, per farvi un’idea. L’ho mantenuta in lingua originale, anche se all’interno della piattaforma è previsto uno strumento di traduzione. La traduzione in italiano è migliorabile, ma comunque abbastanza accettabile: diciamo che richiede qualche aggiustamento di lessico e di struttura ed è in una forma sintetica e paratattica che ricalca il tipico stile didattico inglese. Suona insomma un po’ diversa dalle consegne che diamo di solito nel nostro paese e troviamo sui nostri libri di testo.

Ad es. “Guida gli studenti attraverso un esercizio del diagramma di Venn, confrontando i poteri e i limiti del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro italiano. Gli studenti utilizzeranno le informazioni contenute nel libro di testo e le risorse supplementari fornite.”

Ecco quindi un esempio di lezione generata:

Nella scheda “teaching guide” l’insegnante può vedere, copiare e quindi anche fare propria per una rielaborazione, una vera e propria progettazione didattica, con tanto di tempi per ogni singola attività. Ad esempio:

Spiegazione della lezione Contenuto

Insegnamento Panoramica:

In questa lezione parlerai dei poteri esecutivi del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro italiano, sottolineando i loro ruoli, responsabilità e l’impatto sulla governance. La lezione si propone di aiutare gli studenti a comprendere le somiglianze e le differenze nei poteri esecutivi di entrambi Paesi.

Chiave Temi:

Potere esecutivo: Spiegare cos’è il potere esecutivo, generalmente definito come l’autorità di far rispettare le leggi e gestire la politica pubblica di a stato.

Presidente degli Stati Uniti: discutere il ruolo, il processo elettorale, i poteri e i limiti degli Stati Uniti Presidente.

Primo Ministro italiano: Discutere il ruolo, il processo di nomina, i poteri e le limitazioni del Primo Ministro italiano Ministro.

Analisi comparativa: Utilizza un diagramma di Venn per rappresentare visivamente le somiglianze e le differenze tra due.

Processo decisionale politico: Spiegare come i diversi poteri del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro italiano possano portare ad approcci diversi alla politica decisioni.

Didattico Contorno

Introduzione (5 minuti)

Concetto di potere esecutivo:

Definire il potere esecutivo come l’autorità di far rispettare le leggi, attuare le politiche e gestire l’amministrazione governo.

Evidenziare la sua importanza in modo funzionale governo.

Introduzione al Presidente degli Stati Uniti e al Primo Ministro italiano:

Descrivi brevemente le principali funzioni e ruoli: Presidente come capo di stato e di governo negli Stati Uniti e Primo Ministro come capo di governo negli Stati Uniti Italia.

Argomento 1: Presidente degli Stati Uniti (10 minuti)

Ruolo: Capo di Stato, capo del governo, comandante in capo delle forze armate forze.

Processo elettorale: Eletto ogni quattro anni attraverso un collegio elettorale sistema.

Poteri: Può porre il veto sulla

(…)

In questo caso la traduzione non è ottimale (ho lasciato di proposito una serie di errori per consentirvi di farne una valutazione), ma diciamo che possiamo pensare di utilizzarla come useremmo degli appunti da cui partire per migliorare.

In ogni caso mi pare un aiuto consistente.

Interessante anche la scheda che aiuta il docente nella differenziazione, che richiede un prompt che descriva le esigenze per l’inclusione e chiede di indicare il livello necessario scegliendo tra recupero – soddisfacente – avanzato.

Compilando la scheda si ottiene una nuova lezione riadattata per il bisogno specifico, che si può salvare, copiare ed esportare.

Si possono inoltre aggiungere degli “Enrichments” ,nel senso che la lezione può essere arricchita con generatori di :

  • domande
  • esperienze di apprendimento di ambito storico-sociale
  • attività per l’apprendimento socio-emotivo
  • attività adatte a vari contesti di apprendimento
  • attività specifiche per rafforzare le conoscenze disciplinari 
  • attività specifiche per scuole ad indirizzo tecnico e professionale
  • immagini
  • curiosità (fun facts)
  • presentazioni
  • quesiti a scelta multipla
  • attività di project based learning
  • rubriche valutative
  • trivia game
  • prove conclusive
  • set domanda/risposta
  • traduzioni e riscritture
  • mozioni per il debate
  • diagrammi e schemi da completare per esercizio
  • rubriche per consentire all’insegnante di valutare la qualità della sua lezione rispetto agli standard

Una cosa divertente: mentre genera quanto richiesto la piattaforma vi intrattiene con freddure e frasi su cui riflettere: un motivo in più per divertirvi a sperimentare!

Federica