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Cose che gli studenti possono imparare dall’AI

Cari lettori,

ho appena iniziato un corso per gli studenti della mia scuola, dal titolo “Il mondo dell’intelligenza artificiale”. Non sapendo, poiché gli studenti provengono da classi diverse, su quali prerequisiti potessi contare, ho deciso di fare una prima lezione un po’ interlocutoria e di valutazione dell’audience. Come spesso accade nella mia professione, insegnando ho dato il via anche ad un approfondimento mio e ad una serie di riflessioni ex post, per cui alla fine, forse, ho imparato tanto quanto i miei studenti.

Quello che vi presento oggi, quindi, è un breve scritto con una sintesi delle mie riflessioni.

La chiacchierata della prima lezione è sfociata nell’ascolto della prima puntata di un bellissimo podcast del Post, dal titolo “Geniale”, che colgo l’occasione per consigliarvi, dato che tra l’altro è uno di quelli per il cui ascolto non è necessario l’abbonamento al giornale (che comunque mi sento di aggiungere come secondo consiglio, perché lo ritengo di qualità molto più elevata di tutti gli altri mezzi di informazione). Il podcast che ho utilizzato, dunque, lo trovate qui: https://www.ilpost.it/podcasts/geniale/

I concetti più importanti che abbiamo estrapolato nel nostro dialogo a commento del podcast sono relativi al modo in cui le macchine vengono istruite per poter svolgere determinati compiti con l’efficienza desiderata. Di conseguenza, ci siamo concentrati sul confronto tra addestramento e modellizzazione.

L’istruzione delle macchine può avvenire infatti, principalmente, attraverso questi due approcci.

L’apprendimento automatico (machine learning) si basa sulla capacità delle macchine di migliorare le loro prestazioni analizzando grandi quantità di dati e identificando modelli al loro interno. Attraverso algoritmi specifici, le macchine apprendono da esempi e dati passati, permettendo loro di fare previsioni o prendere decisioni basate su nuove informazioni. Questo approccio è particolarmente utile in contesti dinamici e complessi, dove le variabili cambiano continuamente e l’adattamento è essenziale.

Dall’altro lato, l’istruzione attraverso modellizzazione implica la creazione di modelli espliciti basati su regole, equazioni o rappresentazioni logiche fornite dagli sviluppatori. In questo metodo, i modelli sono costruiti per simulare il comportamento di sistemi specifici e prevedere risultati. La modellizzazione è più controllata rispetto all’apprendimento automatico, poiché segue schemi ben definiti e può essere utilizzata quando le relazioni tra le variabili sono note e stabili. Entrambi gli approcci hanno i loro punti di forza: l’apprendimento automatico è potente in contesti dove è necessario scoprire nuove relazioni nei dati, mentre la modellizzazione è efficace per rappresentare processi comprensibili e verificabili.

Dopo questa lezione, mi sono ritrovata a pensare quanto questo discorso possa spingerci a comprendere meglio anche il modo in cui noi impariamo (o insegniamo). Il nostro modo di insegnare nelle scuole italiane è alquanto simile all’addestramento, con la richiesta di immagazzinare nelle giovani menti dei nostri studenti molti dati che spesso vengono richiesti in una restituzione molto fedele a quanto l’insegnante ha detto o a quanto si trova sul libro di testo o sulle slide. Anche se si parla tanto di problem solving, l’approccio di studenti e insegnanti è molto raramente improntato alla modellizzazione, anche quando dall’uso esperto di modelli si potrebbe guadagnare tempo ed efficacia.

Lo vedo spesso nei giovanissimi studenti alle prese con il primo studio delle declinazioni latine: ciò che con un uso del modello potrebbe essere acquisito molto rapidamente, non si trasforma in apprendimento efficace se non si fanno declinare diversi sostantivi, per più settimane. In questo esercizio spesso devo constatare che i ragazzi imparano a memoria, cercando di ripetere tutta la “filastrocca” di termini declinati a memoria, invece di focalizzarsi sulle caratteristiche chiave delle desinenze e sulla loro funzione logica.

L’unico modo che ho per spiegarmelo è ricorrere alle mie conoscenze sullo sviluppo della mente in età evolutiva. Durante l’adolescenza, la mente è in una fase di transizione tra il pensiero concreto dell’infanzia e lo sviluppo del pensiero astratto e metacognitivo. A quest’età, le abilità cognitive sono ancora in evoluzione, e il passaggio dall’apprendimento meccanico a quello critico e riflessivo avviene gradualmente. La memorizzazione delle declinazioni latine può essere vista come un metodo di studio rassicurante e diretto per gli studenti, che permette di acquisire una base solida su cui costruire successivamente competenze più analitiche e complesse. Inoltre, l’abitudine a memorizzare sequenze e strutture linguistiche aiuta a sviluppare la memoria a breve e lungo termine, un aspetto cruciale per la maturazione cognitiva. Solo successivamente, man mano che il pensiero astratto si sviluppa, gli studenti diventano più capaci di comprendere e riflettere sulle funzioni logiche delle desinenze, analizzando come queste influiscano sul significato e sulla struttura delle frasi. L’insegnamento tradizionale del latino, che spesso inizia con l’apprendimento mnemonico delle declinazioni, può quindi avere una base educativa nello sviluppo graduale delle capacità cognitive, preparando gli studenti a una comprensione più profonda delle regole linguistiche una volta che le loro abilità di pensiero logico e analitico sono sufficientemente sviluppate.

Gli studenti che frequentano il mio corso sull’AI, invece, sono tutti del secondo biennio o dell’ultimo anno: varrà dunque la pena di ricordare più esplicitamente a loro i vantaggi del duplice approccio anche per la mente umana, e non solo per le macchine!

Cosa ne pensate?

Federica

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Il mio amore per Canva

Cari lettori,

Canva.com oggi ha deciso di premiare la mia lunga collaborazione con un badge. Nel mio profilo principale (che non è l’unico, perché ne ho anche uno esclusivamente didattico) ho creato, infatti, più di 500 progetti.

Mi sento quindi in dovere di ricambiare una tale manifestazione di affetto per l’utenza con un breve post in cui riassumere a chi ancora volesse essere resistente all’uso di questo prodotto (o di altri analoghi) quelli che sono i principali pregi di una piattaforma in cloud per creare rapidamente contenuti esteticamente accattivanti:

Il primo pregio è ovviamente la facilità d’uso: Canva è una piattaforma intuitiva e facile da usare, che consente di creare contenuti visivamente accattivanti con pochi passaggi, anche senza competenze avanzate di design.

Canva, inoltre, è estremamente versatile, offrendo una vasta gamma di modelli predefiniti per social media, presentazioni, brochure e molto altro, tutti personalizzabili per adattarsi a qualsiasi esigenza specifica: dalle lezioni curricolari agli open day, tanto per intenderci!

Del resto, Canva offre una serie di strumenti di design integrati che permettono a chiunque di creare contenuti visivamente professionali senza dover ricorrere a software complessi. La piattaforma mette a disposizione funzionalità avanzate per l’aggiunta di testo, immagini, icone e grafiche, consentendo di personalizzare facilmente ogni elemento del progetto. Grazie alla possibilità di modificare colori, caratteri e layout con grande libertà, gli utenti possono dare vita a design unici e creativi, mantenendo alti standard estetici con semplicità e rapidità.

Un altro punto di forza di Canva è la sua capacità di facilitare la collaborazione. La piattaforma permette agli utenti di lavorare in tempo reale su uno stesso progetto, rendendo estremamente utile la gestione di progetti di gruppo o la raccolta di feedback immediato. Inoltre, una volta completati, i design possono essere facilmente condivisi o scaricati in una varietà di formati, ideali sia per l’uso digitale che per la stampa professionale, assicurando flessibilità nell’utilizzo dei contenuti creati.

Oltre agli strumenti di design e alla collaborazione, Canva offre accesso a un vasto archivio di risorse multimediali. Gli utenti possono scegliere tra una ricca collezione di immagini, video, illustrazioni e grafiche per arricchire i loro progetti, molte delle quali sono disponibili gratuitamente. Per chi desidera accedere a contenuti ancora più esclusivi, Canva Pro fornisce una selezione di risorse premium che permette di elevare ulteriormente la qualità del design, offrendo infinite possibilità creative. Inoltre è possibile caricare le proprie risorse: quindi, perché non fare un bell’album ricordo del viaggio di istruzione?

La portabilità e la fruibilità su diversi dispositivi sono sicuramente un ulteriore punto di forza, ma tra le aggiunte più significative non possiamo dimenticare le novità offerte dall’integrazione dell’AI. Grazie all’AI, Canva offre suggerimenti intelligenti che aiutano a migliorare i progetti, proponendo abbinamenti ottimali di colori, caratteri e layout basati sui contenuti inseriti. Inoltre, la piattaforma consente la generazione automatica di testi e immagini, facilitando la creazione di contenuti su misura. Ad esempio, strumenti come “Text to Image” permettono di generare immagini a partire da descrizioni testuali, offrendo infinite possibilità creative.

Tra le funzionalità avanzate c’è anche il ridimensionamento automatico dei design, una caratteristica di Canva Pro che sfrutta l’AI per adattare i progetti a diversi formati, mantenendo sempre l’equilibrio estetico, come nel caso del passaggio da un post per Instagram a una copertina per Facebook. O, come è successo a me oggi, dovendo riadattare una vecchia locandina digitale al formato standard dei manifesti 70×100 cm. Un’altra funzione particolarmente utile è la rimozione dello sfondo dalle immagini, resa semplice e veloce dall’AI, ideale per chi lavora con foto di prodotto o ritratti, oppure per chi deve mettere insieme loghi diversi, che solitamente ogni ente invia con sfondi vari, dal bianco al nero, passando per il trasparente, e che è sempre molto difficile integrare in modo non stucchevole nella stessa intestazione di slide o locandine. Questo esempio avrà sicuramente strappato un sorriso a tutti quelli tra voi che si sono ritrovati a lavorare sulla pubblicizzazione di eventi a cui hanno partecipato diversi partner, di provenienza varia…

Ma torniamo a Canva con una riflessione finale: l’AI integrata accelera il processo creativo, suggerendo automaticamente combinazioni di layout e facilitando la creazione di contenuti visivi senza comprometterne la qualità. Strumenti come Auto Layout e la correzione automatica del testo rendono il design accessibile a tutti, anche a coloro che non possiedono competenze grafiche avanzate, permettendo di creare progetti professionali con pochi clic.

E adesso alzi la mano chi ancora vuole usare qualche vecchio software installato da anni sul suo notebook…

Federica

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Alla scoperta di Perplexity

Cari lettori,

magari vi siete già imbattuti più volte in https://www.perplexity.ai/ , ma, se non è così, lasciate che vi guidi subito a porre rimedio a questa lacuna. Una persona che vuole insegnare e/o fare ricerca, infatti, non può trascurare questa applicazione dell’AI proprio all’ambito della ricerca.

In rete Perplexity viene definito come un motore di ricerca innovativo, ma per chi ricorda gli inizi dei motori di ricerca e si è abituato a fare interrogazioni usando operatori logici è subito evidente che siamo a dir poco su un altro pianeta. L’interfaccia, del resto, è quella di un chatbot conversazionale e persino i colori e i font a un occhio inesperto lo rendono del tutto simile a ChatGPT.

In realtà Perplexity AI utilizza modelli linguistici avanzati, come GPT-3.5 e GPT-4, per fornire risposte dirette e pertinenti alle domande degli utenti. A differenza dei motori di ricerca tradizionali che restituiscono una lista di link, Perplexity analizza il contesto delle query e seleziona le informazioni più rilevanti da una varietà di fonti affidabili, tra cui articoli scientifici, forum online e contenuti multimediali. Di fatto, combina tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e machine learning per comprendere le domande degli utenti e fornire risposte pertinenti, stabilendo con chi la sta interrogando una sorta di dialogo.

Inoltre, Perplexity, fornisce in maniera dettagliata delle fonti. Ad esempio, alle domande che ho posto sulla sua interfaccia, chiedendo come è progettata e quale interazione propone, mi ha risposto:

L’interfaccia è progettata per essere intuitiva: gli utenti possono digitare domande in linguaggio naturale e ricevere risposte contestualizzate. Inoltre, è possibile porre domande successive per approfondire argomenti specifici, mantenendo il contesto della conversazione.(fonte 2) (fonte 4) La funzione “Copilot” permette anche un’interazione più avanzata, utilizzando modelli AI come GPT-4 per migliorare la qualità delle risposte. (fonte 6) (fonte7)

Nella parte in alto le fonti sono citate in miniature, che si possono espandere in una colonna sulla destra.

esempio di interfaccia delle fonti

Per esempio, la fonte 2 era: https://www.punto-informatico.it/scoperta-perplexity-ai-caratteristiche-funzionalita/

Ne cito solo una a titolo di esempio per dare un’idea della qualità media delle fonti: fornisce in tempi più brevi e già classificate sommariamente per argomento le fonti più facili da trovare (articoli vari sul web, in genere di accettabile attendibilità, ma comunque da vagliare). Sicuramente fa risparmiare molto tempo rispetto alle ricerche che eravamo abituati a svolgere da soli. Almeno per la conoscenza di base.

Oltre alle fonti, la risposta viene articolata in chiari paragrafi ed è seguita da proposte di approfondimento:

Certo, se si vuole andare più in profondità probabilmente le cose cambiano. Ma di questo mi occuperò in un prossimo post, magari cercando di capire se per il lavoro di chi insegna ci può essere molta differenza tra la versione gratuita e quella a pagamento.

Alla prossima!

Federica

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A volte ritornano…

Cari lettori,

Recentemente sono stata in una scuola come formatrice e l’animatore digitale di quell’istituto mi ha mostrato ciò che ha nei suoi “armadi delle meraviglie” e che sarebbe bello insegnare ad utilizzare nella didattica al maggior numero possibile di docenti. Per me queste esplorazioni sono sempre croce e delizia.

Croce, perché mi prende una certa tristezza nel pensare a quale investimento in tecnologia nelle nostre scuole giace spesso dimenticato o sottoutilizzato, mentre sui social (e purtroppo anche nei collegi docenti) i più discutono se si debba insistere o no sull’uso del corsivo nei compiti in classe e se si debbano o no ritirare gli smartphone per tutta la durata delle lezioni.

Delizia, perché molti di quei dispositivi sono legati a ricordi bellissimi, oppure a idee sempre entusiasmanti, o comunque a speranze che da appassionata quale sono non riesco mai ad abbandonare.

Insieme all’animatore digitale, ho scelto 4 scatole azzurre, più o meno cubiche, su cui lavorare insieme…

Correva l’anno 2014 (quasi dieci anni fa), quando la nostra famiglia (a partire da mio marito) si orientò su un regalo di Natale che allora era una novità assoluta.

Hello,

By now Dash & Dot have been shipped to you, and we hope you are having lots of fun playing with them! We would like to take some time to answer common questions we are getting about our applications and outfits. There have been some delays in Android support and outfit shipments because we are taking some extra time to ensure a high-quality experience. After many hours of kid testing, we’ve also made some changes to our phone support.  

Così iniziava la mail di Wonder Workshops: l’azienda è ancora attiva, anche se riprendere in mano dopo un po’ di anni che non li usavo questi robottini ha evidenziato ai miei occhi che piano di sviluppo si è un po’ ridotto ed orientato diversamente rispetto a quanto avevamo immaginato inizialmente.

Quando li ho acquistati i robottini erano venduti in un kit da due: Dash è un robot mobile, dotato di sensori, luci e suoni, che può muoversi e interagire con l’ambiente, mentre Dot è stazionario e funge da “cervello” del sistema, comunicando con Dash e reagendo agli input, ma solo con luci e suoni. Con questi due robottini mi sono sempre trovata bene (fino al 2020, quando sono stati accantonati perchè non si facevano laboratori in presenza): in uno spazio e con un peso ridotto, anche se si lavora fuori sede, si può proporre un piccolo laboratorio di programmazione con Blockly in cui lavorare su interazioni, condizioni, cicli e successioni temporali.

Ora ho scoperto che l’impostazione del prodotto prevede:

  • l’utilizzo del solo Dash (quindi ad interagire possono essere solo i robottini più complessi, che sono anche i più costosi)
  • l’offerta alle scuole di kit di Dash per l’intera classe
  • l’offerta, sempre per le scuole, di una piattaforma di programmazione con classi virtuali gestibili dal docente e, con un sovrapprezzo, dotate anche di emulatore virtuale del robot, per gestire una didattica sia in aula sia a distanza
  • la possibilità di avere kit aggiuntivi, anche integrabili con blocchi Lego (questa era prevista anche nel 2014, sia pur con kit un po’ diversi)
  • linee guida anche per l’utilizzo in famiglia, con esplicito riferimento all’home schooling

Se dovessi sintetizzare tutto questo, direi che il prodotto si è orientato sempre di più verso l’applicazione didattica e l’insegnamento del coding in classe.

Con questo taglio è costruita anche la comunicazione web, dal momento che il sito ha una specifica sezione “Professional development” , rivolta agli insegnanti, che contiene video e proposte di webinar, seminari e corsi.

Non mi è stato possibile testare la piattaforma didattica pienamente, perchè ci sono funzioni riservate a chi ha un codice d’acquisto recente, ma anche ciò che si può fare senza iscrizione e rapidamente può essere un primo approccio simpatico al pensiero computazionale. Nell’immagine che riporto sotto trovate un mio esempio di giochino sui versi degli animali con Dot, che con opportune modifiche si può usare anche con il Dash.

Se vi ho fatto venire un po’ di desiderio di giocare e sperimentare, vi informo che Dash è in vendita in Italia presso diversi rivenditori, anche online, ad un prezzo intorno ai 270 €. Arriva già montato e dunque tutta l’attività di robotica si imposta sulla sua programmazione (non sono necessarie lezioni e istruzioni per il montaggio). Comandi direzionali, suoni, luci e rilevamento ostacoli sono le sue funzioni base. Si connette tramite bluetooth a notebook o tablet e anche questo lo rende abbastanza facile da utilizzare, perchè si accoppia come un paio di cuffie o uno smartwatch: non è necessario imparare ad usare particolari collegamenti e procedure di connessione.

Intanto che scrivevo questo post i miei robottini si sono ricaricati con un normale cavo usb e quindi sono pronta per andare a fare qualche altro esperimento con loro. Auguratemi buon divertimento!

Federica

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Riscaldamento di inizio anno scolastico…

Cari lettori,

dopo la pausa estiva, rieccomi con un primo post di riscaldamento, che nasce da una situazione reale e come tale si presta ad essere un suggerimento per un compito di realtà da svolgere con i vostri studenti.

Mi sono trovata spesso in queste settimane a condividere con i colleghi quel bel momento in cui qualcuno offre un piccolo rinfresco per salutarci perché ha ottenuto il pensionamento: tra lacrime, applausi e regali, sappiamo tutti che in quel momento si consumano dei veri e propri attentati alla linea per tutti coloro che hanno sudato per superare nei mesi estivi la cosiddetta “prova costume”. Partendo da questa banalità, della quale mi scuso (ma siamo ancora un po’ in clima vacanziero, spero che mi perdonerete!), ho pensato a un bel prompt per ChatGPT su cui si può lavorare con gli studenti per far fare loro approfondimenti di scienze su alimenti e loro composizione, di educazione motoria sulle attività sportive e il consumo di calorie, su anatomia, ma anche su fisica ed energia impiegata per sollevare pesi… E lascio a voi scatenare la creatività in merito, se l’idea vi piace.

Ecco dunque il primo prompt:

Ho detto:

Ciao! Oggi ho partecipato ad un rinfresco per salutare le colleghe che vanno in pensione e ho mangiato: 2 pizzette di pasta sfoglia, un bicchiere di fanta, un fetta di torta con la panna. Quante calorie dovrei aver introdotto nel mio corpo?

ChatGPT ha detto:

Ciao! Posso aiutarti a stimare le calorie che hai consumato.

  1. Pizzette di pasta sfoglia: Ogni pizzetta di pasta sfoglia (di dimensioni standard) può contenere circa 150-200 calorie. Dato che ne hai mangiate due, il totale è di circa 300-400 calorie.
  2. Bicchiere di Fanta: Un bicchiere di Fanta (circa 200 ml) contiene circa 90 calorie.
  3. Fetta di torta con panna: La quantità di calorie in una fetta di torta con panna varia molto a seconda della ricetta, ma una stima media potrebbe essere intorno a 300-400 calorie.

Calorie totali stimate:

  • Pizzette: 300-400 kcal
  • Fanta: 90 kcal
  • Fetta di torta: 300-400 kcal

Totale: 690 – 890 calorie.

Questa è una stima approssimativa, poiché le calorie esatte possono variare a seconda delle dimensioni delle porzioni e degli ingredienti specifici.

Ho detto:

Interessante. Se vado a correre e tengo un passo di 6 minuti al km, quanti minuti devo correre per consumare quelle calorie?

ChatGPT ha detto:

Per calcolare quanto dovresti correre per bruciare le calorie introdotte, dobbiamo considerare alcuni fattori, come il tuo peso corporeo e l’intensità dell’attività. Tuttavia, possiamo fare una stima generale.

Correre a un passo di 6 minuti al chilometro (circa 10 km/h) brucia in media tra 8 e 10 calorie per minuto, a seconda del peso corporeo e del metabolismo individuale.

Ecco che dal dialogo possono nascere diverse riflessioni e approfondimenti, sia sul peso, sull’età, sulle pulsazioni al minuto e altri dati fisiologici, sia sulla composizione dei cibi.

Ti fornisco alcuni dati sul mio peso circa 65 KG e sul numero di pulsazioni medio dell’attività, circa 167. Come cambia il calcolo?

ChatGPT ha detto:

Con i dati forniti, possiamo affinare la stima delle calorie bruciate durante la corsa.

Calcolo delle calorie bruciate:

Il consumo calorico durante la corsa dipende da vari fattori, tra cui il peso corporeo, la velocità, e la frequenza cardiaca. Con un peso di 65 kg e una frequenza cardiaca media di 167 battiti al minuto durante la corsa, possiamo fare una stima più precisa.

Una formula comune per stimare le calorie bruciate durante l’attività fisica è la seguente:

Calorie bruciate al minuto=(0.6309×FCmedia+0.09036×peso+0.2017×etaˋ−55.0969)×durata in ore×4.184\text{Calorie bruciate al minuto} = (0.6309 \times FC_{\text{media}} + 0.09036 \times \text{peso} + 0.2017 \times \text{età} – 55.0969) \times \text{durata in ore} \times 4.184Calorie bruciate al minuto=(0.6309×FCmedia​+0.09036×peso+0.2017×etaˋ−55.0969)×durata in ore×4.184

Dove:

  • FCmediaFC_{\text{media}}FCmedia​ è la frequenza cardiaca media (167 BPM)
  • Il peso è in kg (65 kg)
  • L’età è stimata; se non la conosciamo, possiamo omettere quel fattore per una stima semplificata.

Per semplificare, possiamo stimare che una persona di 65 kg con una frequenza cardiaca media di 167 BPM brucia circa 10-12 calorie al minuto correndo.

Calorie da bruciare:

Hai consumato circa 690-890 calorie.

Tempo di corsa stimato:

  • Se bruci 10 calorie al minuto:
    • 690 calorie richiedono circa 69 minuti di corsa.
    • 890 calorie richiedono circa 89 minuti di corsa.
  • Se bruci 12 calorie al minuto:
    • 690 calorie richiedono circa 58 minuti di corsa.
    • 890 calorie richiedono circa 74 minuti di corsa.

Conclusione:

Con il tuo peso e una frequenza cardiaca di 167 BPM, dovresti correre tra 58 e 89 minuti per bruciare le calorie consumate, con una stima media di circa 10-12 calorie al minuto.

Altra possibile strada da percorrere:

ho detto:

Mi sapresti dire quanti carboidrati, quanti grassi e quante proteine ho mangiato in questo rinfresco?

ChatGPT ha detto:

Per stimare la quantità di carboidrati, grassi e proteine che hai consumato durante il rinfresco, dobbiamo analizzare ogni componente del pasto. Ecco una stima basata sugli alimenti che hai descritto:

1. Pizzette di pasta sfoglia (2 pezzi)

Una pizzetta di pasta sfoglia tipica può contenere:

  • Carboidrati: 15-20 g per pizzetta
  • Grassi: 10-15 g per pizzetta
  • Proteine: 3-5 g per pizzetta

Per 2 pizzette:

  • Carboidrati: 30-40 g
  • Grassi: 20-30 g
  • Proteine: 6-10 g

2. Bicchiere di Fanta (circa 200 ml)

Un bicchiere di Fanta contiene:

  • Carboidrati: 22-26 g (principalmente zuccheri)
  • Grassi: 0 g
  • Proteine: 0 g

3. Fetta di torta con panna

Una fetta media di torta con panna può contenere:

  • Carboidrati: 30-50 g (varia a seconda del tipo di torta)
  • Grassi: 15-25 g
  • Proteine: 3-6 g

Totale stimato:

Carboidrati:

  • Pizzette: 30-40 g
  • Fanta: 22-26 g
  • Torta: 30-50 g
  • Totale82-116 g

Grassi:

  • Pizzette: 20-30 g
  • Torta: 15-25 g
  • Totale35-55 g

Proteine:

  • Pizzette: 6-10 g
  • Torta: 3-6 g
  • Totale9-16 g

Questi valori sono delle stime basate su porzioni standard e possono variare a seconda delle ricette specifiche e delle dimensioni delle porzioni.

Infine, un’ultima prova:

Se invece di andare a correre, andassi in palestra, quale tipologia di esercizi mi consiglieresti per smaltire quello che ho mangiato?

ChatGPT ha detto:

Se preferisci andare in palestra per smaltire le calorie consumate, ti consiglio di combinare esercizi cardio con esercizi di forza, poiché questo approccio ti permette di bruciare calorie in modo efficace sia durante che dopo l’allenamento (grazie all’effetto post-combustione).

1. Esercizi Cardio

Il cardio è fondamentale per bruciare calorie rapidamente. Ecco alcune opzioni:

  • Tapis roulant: Correre o camminare in salita (almeno 6% di pendenza) può bruciare circa 400-600 calorie all’ora. Un’intensità moderata-alta per 45-60 minuti potrebbe aiutarti a bruciare una buona parte delle calorie consumate.
  • Ellittica: Questo è un ottimo esercizio a basso impatto che può bruciare tra 300-500 calorie all’ora a intensità moderata-alta.
  • Cyclette o spinning: Può bruciare tra 400-600 calorie all’ora, a seconda dell’intensità e della resistenza.

2. Allenamento a circuito (Circuit Training)

L’allenamento a circuito è una combinazione di esercizi di forza e cardio eseguiti con brevi pause, che può aumentare il consumo calorico. Puoi provare un circuito come questo:

  • Jumping Jacks: 1 minuto
  • Squat con pesi: 15-20 ripetizioni
  • Burpees: 15-20 ripetizioni
  • Affondi con pesi: 15 ripetizioni per gamba
  • Push-up: 15-20 ripetizioni
  • Mountain Climbers: 1 minuto

Esegui questo circuito per 3-4 volte con pause brevi (30-60 secondi) tra un ciclo e l’altro. Questo tipo di allenamento può bruciare fino a 500-600 calorie in un’ora.

3. Esercizi di Forza

L’allenamento con i pesi aiuta a costruire massa muscolare, che a sua volta aumenta il metabolismo basale, permettendoti di bruciare più calorie anche a riposo. Un allenamento completo per tutto il corpo potrebbe includere:

  • Squat (con bilanciere o manubri)
  • Deadlift
  • Panca piana
  • Rowing con bilanciere o manubri
  • Military press
  • Plank (tenere la posizione per 1-2 minuti)

Concentrati su esercizi multi-articolari (che coinvolgono più gruppi muscolari) per massimizzare il consumo calorico. Un allenamento di forza completo dovrebbe durare circa 45-60 minuti.

4. HIIT (High-Intensity Interval Training)

L’HIIT è molto efficace per bruciare calorie in poco tempo. Potresti fare sprint su tapis roulant, salti con la corda, o ciclismo ad alta intensità alternati a periodi di riposo. Esempio:

  • 30 secondi di sprint
  • 30 secondi di camminata o riposo attivo

Ripeti per 20-30 minuti. Questo tipo di allenamento può bruciare fino a 500 calorie in 30 minuti e ha il vantaggio dell’effetto “afterburn”, che ti fa continuare a bruciare calorie anche dopo l’allenamento.

Conclusione

Combinando cardio e allenamento a circuito, o scegliendo l’HIIT, potresti smaltire efficacemente le calorie introdotte al rinfresco. Un buon obiettivo potrebbe essere un allenamento di 60-90 minuti in totale, con una combinazione di cardio e forza. Ricorda di adattare l’intensità in base al tuo livello di fitness e di consultare un professionista se necessario.

Che ne dite? Vi piace come esercizio per la ripresa delle lezioni?

Io, intanto, comincio a fare un po’ di cardio, visti i rinfreschi!

Federica

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Teachally alla prova

Cari lettori,

vi avevo promesso qualche tempo fa una prova di Teachally, che avevo recensito rapidamente, basandomi su quanto veniva dichiarato nella presentazione del team che lo ha realizzato.

Ora sono entrata registrandomi e mi sono trovata di fronte un’interfaccia grafica piacevole, che mi ha invitata a creare la mia prima classe. La creazione della classe è più specifica di quella a cui siamo abituati con Google, perché vengono chiesti anche anno di corso e materia. Inoltre viene richiesto di impostare durata e struttura della lezione. A questa classe gli studenti possono essere invitati con codice di invito  oppure inseriti con importazione di un csv o manualmente.

A questo punto se si va nella sezione “Plan and teach” si trova un pulsante che permette di generare lezioni singole o unità di apprendimento da svolgere in più lezioni successive.

Si richiede di compilare un prompt consistente in una breve descrizione dell’argomento della lezione o dell’unità.

Ho fatto un esperimento di educazione civica e geografia sul confronto tra sistemi parlamentari e presidenziali: mi ha invitata con suggerimenti a semplificare e ridurre il campo, sicché alla fine ho scelto il prompt “A comparison of presidential and parliamentary systems between the US and Italy”.

Ho chiesto di generare un’unità di apprendimento di 4 lezioni, comprensiva di guida per il docente.

Un avviso mi avverte che potrei anche aggiungere materiali selezionati da me su questo argomento per integrarli nell’unità generata.

La generazione ha richiesto un po’ meno di un minuto.

Il risultato sono 4 lezioni con guida completa e abbondante (nel senso che suggerisce molti materiali, ben più di quelli che si possono usare in 45 minuti di lezione, alcuni in effetti non proprio pertinenti per il tipo di didattica a cui siamo abituati, nel senso che ci sono molti articoli online su incontri tra Presidenti del Consiglio italiani e Presidenti statunitensi, ad esempio). Potete scaricare di seguito la prima delle lezioni generate, per farvi un’idea. L’ho mantenuta in lingua originale, anche se all’interno della piattaforma è previsto uno strumento di traduzione. La traduzione in italiano è migliorabile, ma comunque abbastanza accettabile: diciamo che richiede qualche aggiustamento di lessico e di struttura ed è in una forma sintetica e paratattica che ricalca il tipico stile didattico inglese. Suona insomma un po’ diversa dalle consegne che diamo di solito nel nostro paese e troviamo sui nostri libri di testo.

Ad es. “Guida gli studenti attraverso un esercizio del diagramma di Venn, confrontando i poteri e i limiti del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro italiano. Gli studenti utilizzeranno le informazioni contenute nel libro di testo e le risorse supplementari fornite.”

Ecco quindi un esempio di lezione generata:

Nella scheda “teaching guide” l’insegnante può vedere, copiare e quindi anche fare propria per una rielaborazione, una vera e propria progettazione didattica, con tanto di tempi per ogni singola attività. Ad esempio:

Spiegazione della lezione Contenuto

Insegnamento Panoramica:

In questa lezione parlerai dei poteri esecutivi del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro italiano, sottolineando i loro ruoli, responsabilità e l’impatto sulla governance. La lezione si propone di aiutare gli studenti a comprendere le somiglianze e le differenze nei poteri esecutivi di entrambi Paesi.

Chiave Temi:

Potere esecutivo: Spiegare cos’è il potere esecutivo, generalmente definito come l’autorità di far rispettare le leggi e gestire la politica pubblica di a stato.

Presidente degli Stati Uniti: discutere il ruolo, il processo elettorale, i poteri e i limiti degli Stati Uniti Presidente.

Primo Ministro italiano: Discutere il ruolo, il processo di nomina, i poteri e le limitazioni del Primo Ministro italiano Ministro.

Analisi comparativa: Utilizza un diagramma di Venn per rappresentare visivamente le somiglianze e le differenze tra due.

Processo decisionale politico: Spiegare come i diversi poteri del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro italiano possano portare ad approcci diversi alla politica decisioni.

Didattico Contorno

Introduzione (5 minuti)

Concetto di potere esecutivo:

Definire il potere esecutivo come l’autorità di far rispettare le leggi, attuare le politiche e gestire l’amministrazione governo.

Evidenziare la sua importanza in modo funzionale governo.

Introduzione al Presidente degli Stati Uniti e al Primo Ministro italiano:

Descrivi brevemente le principali funzioni e ruoli: Presidente come capo di stato e di governo negli Stati Uniti e Primo Ministro come capo di governo negli Stati Uniti Italia.

Argomento 1: Presidente degli Stati Uniti (10 minuti)

Ruolo: Capo di Stato, capo del governo, comandante in capo delle forze armate forze.

Processo elettorale: Eletto ogni quattro anni attraverso un collegio elettorale sistema.

Poteri: Può porre il veto sulla

(…)

In questo caso la traduzione non è ottimale (ho lasciato di proposito una serie di errori per consentirvi di farne una valutazione), ma diciamo che possiamo pensare di utilizzarla come useremmo degli appunti da cui partire per migliorare.

In ogni caso mi pare un aiuto consistente.

Interessante anche la scheda che aiuta il docente nella differenziazione, che richiede un prompt che descriva le esigenze per l’inclusione e chiede di indicare il livello necessario scegliendo tra recupero – soddisfacente – avanzato.

Compilando la scheda si ottiene una nuova lezione riadattata per il bisogno specifico, che si può salvare, copiare ed esportare.

Si possono inoltre aggiungere degli “Enrichments” ,nel senso che la lezione può essere arricchita con generatori di :

  • domande
  • esperienze di apprendimento di ambito storico-sociale
  • attività per l’apprendimento socio-emotivo
  • attività adatte a vari contesti di apprendimento
  • attività specifiche per rafforzare le conoscenze disciplinari 
  • attività specifiche per scuole ad indirizzo tecnico e professionale
  • immagini
  • curiosità (fun facts)
  • presentazioni
  • quesiti a scelta multipla
  • attività di project based learning
  • rubriche valutative
  • trivia game
  • prove conclusive
  • set domanda/risposta
  • traduzioni e riscritture
  • mozioni per il debate
  • diagrammi e schemi da completare per esercizio
  • rubriche per consentire all’insegnante di valutare la qualità della sua lezione rispetto agli standard

Una cosa divertente: mentre genera quanto richiesto la piattaforma vi intrattiene con freddure e frasi su cui riflettere: un motivo in più per divertirvi a sperimentare!

Federica

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recensioni

Non perdetevi il nuovo numero di Bricks

Cari lettori,

Bricks è la rivista online di AICA (Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) dedicata alla diffusione della cultura digitale e all’innovazione nella didattica. Fondata con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e l’uso delle tecnologie digitali nel mondo dell’istruzione e della formazione, Bricks offre una piattaforma di confronto e aggiornamento per docenti, studenti e professionisti del settore.

Attraverso articoli, interviste e approfondimenti, Bricks esplora le tematiche più attuali legate all’ICT (Information and Communication Technology), proponendo esperienze didattiche innovative, best practices e case study. La rivista rappresenta un punto di riferimento per chiunque voglia rimanere aggiornato sulle evoluzioni tecnologiche e sulle loro applicazioni nel contesto educativo.

Visitando il sito di Bricks potete scoprire un mondo di risorse utili e ispiranti per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento attraverso l’uso consapevole delle tecnologie digitali.

In particolare, non possiamo perderci il numero 3/2024, appena uscito, che affronta in modo specifico questi temi:

  • Intelligenza Artificiale nella scuola: come supporto alla creatività, personalizzazione e inclusione.
  • Didattica per le competenze emotive: nuove metodologie per nutrire l’intelligenza emotiva.
  • Progetti educativi e inclusione: integrazione dell’IA nell’esperienza di apprendimento, strumenti per BES.
  • Tecnologie AI per apprendimento e creatività: creare videogame educativi, utilizzo di fogli di calcolo e chatbot, IA per il benessere scolastico.
  • Esperienze didattiche innovative: IA e creatività linguistica, narrazione, educazione civica sulle fake news.

Evitando di spoilerarvi il contenuto dei singoli articoli, cerco di farvi capire perché secondo me, se tutti i numeri di Bricks sono belli e interessanti, questo è particolarmente importante per me.

In primo luogo testimonia ancor più dei precedenti la necessità di rafforzare la visione dell’insegnamento come attività strettamente legata alla sperimentazione: l’AI ci può aiutare a fare senza grosso sforzo nella scuola quel lavoro di rielaborazione dei materiali, di analisi critica, di sperimentazione passo passo che può riuscire più semplice in alcuni ambiti scientifici, ma non è facile organizzare in forme logiche e ben strutturate in ambito umanistico, dove spesso sono gli stessi testi scolastici a favorire approcci fondati sulla prassi, ormai scarsamente utile, della restituzione mnemonica di contenuti.

Questo ci permette anche di valorizzare quanto la necessità di analisi critica e consapevolezza in un’interazione verbale del tipo prompt-risposta-correzione rappresenti da molti punti di vista la riscossa degli umanisti appassionati di tecnologia. I colleghi di lettere e filosofia che hanno da tempo usato la tecnologia a scuola hanno sempre condiviso con la sottoscritta un certo sconforto per il fatto che in genere venivano apostrofati con “ah, credevo che insegnasse Matematica”. Ecco, finalmente si rende evidente (e in questo numero di Bricks in modo incontrovertibile) ciò che vado dicendo da tempo: il rapporto con la macchina per la costruzione del sapere non dà luogo a una “Computer Science” di natura esclusivamente algoritmico matematica, procedurale, fondata sul calcolo, ma richiede un approccio trasversale, in cui le conoscenze linguistiche, le abilità espressive, l’analisi critica di testi e di altri media, la semantica sono imprescindibili. Quindi è sempre più evidente l’assurdità che nel nostro sistema di istruzione lega l’informatica solo ad ambiti e insegnamenti di ambito tecnico-scientifico.

Infine, questo numero di Bricks si pronuncia su un altro argomento che mi sta molto a cuore: il rischio che le preoccupazioni su privacy, costi, procedure burocratiche (legittime, ma superabili con un lavoro non superficiale su questi temi) finiscano per causare ritardi e ridurre l’efficacia di percorsi di formazione e innovazioni che finalmente il nostro paese sta finanziando nelle scuole.

Leggete, dunque, questo numero e gustatevelo nei mesi estivi: non sarà una lettura da ombrellone, ma sicuramente una fonte di spunti utili per il prossimo anno scolastico.

Buona lettura!

Federica

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risorse

https://teachally.com/

Il team di Teachally si presenta agli insegnanti con una serie di foto profilo in stile comics, decisamente accattivanti. Ma la cosa che sicuramente sarà più apprezzata dagli insegnanti è il supporto che questa piattaforma promette di dare per l’inclusione.

Questa azienda con sede nella zona di Seattle offre prodotti di “school management” che sembrano l’equivalente statunitense dei nostri registri elettronico, ma integrano anche modelli di pianificazione delle lezioni e strumenti per l’inclusione basati sul supporto di intelligenza artificiale.

Quindi non solo compiti, ma anche la possibilità di differenziare per obiettivi e tradurre agevolmente.

Questo almeno è quanto promette il loro sito. Nei prossimi giorni mi registrerò e vi racconterò meglio se le aspettative vengono soddisfatte…

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idee progetti recensioni risorse

Intelligenza artificiale e scuola

Cari lettori,

Mentre il mondo è ormai pervaso da moltissime applicazioni di AI, a partire dai notissimi ChatGPT, Gemini e altri LLM, la scuola italiana rivela atteggiamenti contraddittori, come sempre accade, purtroppo, nei confronti delle novità.

Il complesso del corpo docenti sembra un po’ “sonnecchiare” (cito e citerò indirettamente più volte in questo post il dirigente scolastico Antonio Fini, di cui condivido totalmente il pensiero in merito), quasi la questione non fosse rilevante o comunque si potesse far finta di niente. Fanno naturalmente eccezione i tenaci innovatori, presenti in numero ridotto nelle singole istituzioni scolastiche, spesso dipinti come visionari o “originali”.

Al contrario, sono frequentissime per le scuole le proposte di corsi erogati da parte dei più vari enti di formazione, spesso più orientati a una divulgazione teorica e di base, piuttosto che alla promozione effettiva di buone pratiche, che sfrutti l’abbondanza di finanziamenti PNRR che perdurerà nel prossimo anno scolastico.

Per sensibilizzare TUTTO il popolo della scuola, o almeno una percentuale abbastanza significativa da incidere realmente sulla formazione dei nostri ragazzi, occorre prima di tutto una capillare informazione, magari corredata già con casi d’uso e modelli operativi. Serve un orientamento pratico e pragmatico, nutrito di basi pedagogiche e di supporto tecnologico.

Un contributo fondamentale è stato pubblicato qualche tempo fa(e spero che abbiate già avuto occasione di esaminarlo): dobbiamo ringraziare la Rete Di Scuole Fvg, che ha appena redatto un ampio documento, generato “dal basso”, frutto del lavoro di 55 scuole del Friuli Venezia-Giulia, con il supporto di esperti del settore.

“Costruire il futuro – Linee guida sull’utilizzo dell’IA in ambito scolastico”, è un’ottima e completa guida, con una parte di sfondo tecnico-culturale e un ampio apparato pratico.

https://stelliniudine.edu.it/wp-content/uploads/sites/724/E-Book-Costruire-il-futuro-maggio-24_def.pdf?x19470

L’e-book merita veramente una lettura attenta, ma soprattutto merita di essere analizzato e provato come una guida attiva, un supporto alla progettazione di esperienze e laboratori didattici, sia per i docenti, sia per gli studenti. 

Contiene, infatti, delle schede che trovo veramente “ispiratrici”, oltre a una ricca bibliografia che raccomanderei a tutti di valutare almeno in parte per le letture estive. 

Meritano inoltre di essere evidenziati alcuni punti forti dell’e-book e del progetto da cui è nato. In primo luogo, la riflessione sulla collaborazione tra istituzioni scolastiche, che è fondamentale per sviluppare risorse comuni e condivisibili. L’unione degli sforzi permette di creare un ambiente più ricco e supportivo per l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale Generativa (IAg) nel contesto educativo. Questa collaborazione non solo facilita la condivisione delle migliori pratiche, ma consente anche di affrontare collettivamente le sfide legate all’implementazione di nuove tecnologie. In parallelo, la necessità di una formazione continua per il personale scolastico è imprescindibile. Gli insegnanti devono essere costantemente aggiornati sulle ultime evoluzioni nel campo dell’IAg per poter incorporare efficacemente queste tecnologie nei loro metodi didattici. Una formazione continua garantisce che il corpo docente sia ben equipaggiato per affrontare le sfide e sfruttare le opportunità offerte dall’IAg, migliorando così la qualità dell’insegnamento.

L’IAg offre nuove opportunità per migliorare l’efficacia dell’insegnamento e promuovere la creatività e l’innovazione tra gli studenti. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie non è priva di sfide. Tra le principali preoccupazioni vi sono le questioni etiche, la privacy degli studenti e la necessità di evitare bias algoritmici. È essenziale che le scuole affrontino queste sfide in modo proattivo per garantire un uso etico e responsabile dell’IAg. Per integrare efficacemente l’IAg nei programmi di studio,inoltre,  è fondamentale che gli studenti acquisiscano competenze sia pratiche che teoriche sull’uso di queste tecnologie. Un monitoraggio costante delle pratiche didattiche è cruciale per valutare l’efficacia delle tecnologie IA e apportare miglioramenti continui. Questo approccio assicura che l’IAg non solo venga adottata, ma anche utilizzata nel modo più efficace e benefico possibile.

L’adozione dell’IA nelle scuole può preparare meglio gli studenti per il futuro mercato del lavoro, dove tali competenze saranno sempre più richieste. Inoltre, come abbiamo già visto in alcuni dei post precedenti,  l’IA può essere utilizzata per personalizzare l’apprendimento, fornendo supporto individuale agli studenti e migliorando la loro esperienza educativa complessiva. Tuttavia, e il testo lo ribadisce con forza, l’uso dell’IA deve essere guidato da un forte senso di responsabilità etica, garantendo che l’adozione di queste tecnologie avvenga nel rispetto della privacy e della dignità degli studenti. La trasparenza nel funzionamento degli algoritmi e l’equità nelle valutazioni sono fondamentali per un utilizzo corretto e giusto dell’IA.

In conclusione, il documento sottolinea che le linee guida sull’uso dell’IA nelle scuole sono un work in progress, data la rapida evoluzione di queste tecnologie. Viene quindi invitato tutto il personale scolastico a impegnarsi nella promozione dell’utilizzo delle linee guida e a condividere esperienze e buone pratiche per favorire una crescita collettiva e responsabile. Questo approccio collaborativo e progressivo è essenziale per garantire che l’integrazione dell’IA nelle scuole avvenga in modo efficace, etico e sostenibile.

Come spunto di riflessione ulteriore, riporto di seguito un estratto con la mappa delle parole chiave individuate nell’e-book.

mappa sull'intelligenza artificiale a scuola

Vi invito a osservare la scelta dei termini, ma anche il loro ordinamento: se c’è qualcosa che vi sembra meriti attenzione o che non vi è chiaro, potete segnalarmelo e mi impegno a ritornare sull’argomento al più presto!

Federica

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esperimenti

Shepherd, terza parte

Cari lettori,

Ci eravamo lasciati con questo screenshot:

Grazie alla collaborazione della collega Agnese Cantù, che mi ha fornito una sua presentazione in formato pdf sulla Globalizzazione e Agenda2030, ho potuto fare un test con materiali non creati da me (sui quali avrei potuto essere condizionata nella valutazione delle risposte).

Ho scelto come lingua l’italiano, lingua in cui è redatta la presentazione, che per completezza vi allego qui:

https://drive.google.com/file/d/1QcYKkoqh8U_i1lRhWJ0XkNzoD27zoV7Y/view?usp=sharing

In una colonna immediatamente comparsa a destra Shepherd mi dice di cosa ho bisogno per capire il documento e mi consiglia alcune discussioni di approfondimento:

Per comprendere pienamente questo documento è necessario conoscere alcuni concetti fondamentali, tra cui:

  • L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: è un programma d’azione globale adottato dall’ONU nel settembre 2015 che si prefigge di raggiungere 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) attraverso 169 target specifici entro il 2030.
  • Globalizzazione: il fenomeno che porta all’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo, con effetti sia positivi che negativi sulle economie locali e globali, divari sociali, ambiente e cultura.
  • Disuguaglianze: il documento tocca il tema delle disuguaglianze sia economiche che di genere, evidenziando come esse si manifestano sia a livello globale che all’interno dei singoli paesi.
  • Risorse idriche: affronta il problema della distribuzione e della gestione delle risorse idriche e dell’igiene sanitaria, sottolineando le disparità nel consumo tra le regioni più povere e quelle più ricche del mondo.

Discussioni consigliate:

  • Come la globalizzazione ha influenzato la distribuzione della ricchezza e il divario tra ricchi e poveri a livello mondiale?
  • Quali sono i principali obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e come questi mirano a risolvere i problemi di disuguaglianza e risorse idriche?
  • In che modo le politiche e le azioni attuate dai governi e dalle organizzazioni internazionali possono incoraggiare lo sviluppo sostenibile e l’equità sociale?

Intanto posso scorrere nella colonna centrale la miniatura di tutta la presentazione. Poi potrei chiedergli di generarmi un riassunto, ma questa richiesta in realtà non è stata soddisfatta, perché il sistema si è bloccato in tutti e tre i tentativi che ho fatto di attivarlo. Allora ho provato a richiedere la generazione di flashcard, in lingua italiana, per studenti junior di una high school, con livello di difficoltà medio, per fare una pratica rapida in 15 domande. Queste sono state, ovviamente, le mia scelte tra le opzioni disponibili. Shepherd questa volta ha subito iniziato a crearle, dicendomi di attendere brevemente per avere il risultato dell’elaborazione.

Dopo una breve attesa mi ha proposto la domanda e la risposta di ciascuna carta, da approvare singolarmente in sequenza. Questa l’interfaccia che si visualizza alla fine del processo, per procedere allo studio delle carte:

Quando si giunge al termine del set, visualizza un messaggio di congratulazioni con le statistiche. Queste flashcards hanno funzione unicamente di supporto allo studio e monitoraggio personale: non sono strumenti di autocorrezione con addestramento assistito dal computer in senso proprio, in quanto richiedono comunque in chi le utilizza una certa consapevolezza nell’affrontare l’argomento, la volontà di rispondere onestamente e autovalutarsi in autonomia.

Possiamo impostare un timer per rendere più “sfidante” lo studio e se ci piace la grafica con la carta che si gira possiamo avere anche quella invece della formulazione domanda/risposta.

Il sistema è sicuramente perfettibile, ma mi pare molto interessante questa possibilità di creare in autonomia i quiz a partire da una dispensa pdf.

Penso che per uno studente possa costituire un interessante stimolo a gestire con maggiore autonomia e consapevolezza i materiali di studio.

E voi, cosa ne pensate? Fatemelo sapere!

Federica