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A volte ritornano…

Cari lettori,

Recentemente sono stata in una scuola come formatrice e l’animatore digitale di quell’istituto mi ha mostrato ciò che ha nei suoi “armadi delle meraviglie” e che sarebbe bello insegnare ad utilizzare nella didattica al maggior numero possibile di docenti. Per me queste esplorazioni sono sempre croce e delizia.

Croce, perché mi prende una certa tristezza nel pensare a quale investimento in tecnologia nelle nostre scuole giace spesso dimenticato o sottoutilizzato, mentre sui social (e purtroppo anche nei collegi docenti) i più discutono se si debba insistere o no sull’uso del corsivo nei compiti in classe e se si debbano o no ritirare gli smartphone per tutta la durata delle lezioni.

Delizia, perché molti di quei dispositivi sono legati a ricordi bellissimi, oppure a idee sempre entusiasmanti, o comunque a speranze che da appassionata quale sono non riesco mai ad abbandonare.

Insieme all’animatore digitale, ho scelto 4 scatole azzurre, più o meno cubiche, su cui lavorare insieme…

Correva l’anno 2014 (quasi dieci anni fa), quando la nostra famiglia (a partire da mio marito) si orientò su un regalo di Natale che allora era una novità assoluta.

Hello,

By now Dash & Dot have been shipped to you, and we hope you are having lots of fun playing with them! We would like to take some time to answer common questions we are getting about our applications and outfits. There have been some delays in Android support and outfit shipments because we are taking some extra time to ensure a high-quality experience. After many hours of kid testing, we’ve also made some changes to our phone support.  

Così iniziava la mail di Wonder Workshops: l’azienda è ancora attiva, anche se riprendere in mano dopo un po’ di anni che non li usavo questi robottini ha evidenziato ai miei occhi che piano di sviluppo si è un po’ ridotto ed orientato diversamente rispetto a quanto avevamo immaginato inizialmente.

Quando li ho acquistati i robottini erano venduti in un kit da due: Dash è un robot mobile, dotato di sensori, luci e suoni, che può muoversi e interagire con l’ambiente, mentre Dot è stazionario e funge da “cervello” del sistema, comunicando con Dash e reagendo agli input, ma solo con luci e suoni. Con questi due robottini mi sono sempre trovata bene (fino al 2020, quando sono stati accantonati perchè non si facevano laboratori in presenza): in uno spazio e con un peso ridotto, anche se si lavora fuori sede, si può proporre un piccolo laboratorio di programmazione con Blockly in cui lavorare su interazioni, condizioni, cicli e successioni temporali.

Ora ho scoperto che l’impostazione del prodotto prevede:

  • l’utilizzo del solo Dash (quindi ad interagire possono essere solo i robottini più complessi, che sono anche i più costosi)
  • l’offerta alle scuole di kit di Dash per l’intera classe
  • l’offerta, sempre per le scuole, di una piattaforma di programmazione con classi virtuali gestibili dal docente e, con un sovrapprezzo, dotate anche di emulatore virtuale del robot, per gestire una didattica sia in aula sia a distanza
  • la possibilità di avere kit aggiuntivi, anche integrabili con blocchi Lego (questa era prevista anche nel 2014, sia pur con kit un po’ diversi)
  • linee guida anche per l’utilizzo in famiglia, con esplicito riferimento all’home schooling

Se dovessi sintetizzare tutto questo, direi che il prodotto si è orientato sempre di più verso l’applicazione didattica e l’insegnamento del coding in classe.

Con questo taglio è costruita anche la comunicazione web, dal momento che il sito ha una specifica sezione “Professional development” , rivolta agli insegnanti, che contiene video e proposte di webinar, seminari e corsi.

Non mi è stato possibile testare la piattaforma didattica pienamente, perchè ci sono funzioni riservate a chi ha un codice d’acquisto recente, ma anche ciò che si può fare senza iscrizione e rapidamente può essere un primo approccio simpatico al pensiero computazionale. Nell’immagine che riporto sotto trovate un mio esempio di giochino sui versi degli animali con Dot, che con opportune modifiche si può usare anche con il Dash.

Se vi ho fatto venire un po’ di desiderio di giocare e sperimentare, vi informo che Dash è in vendita in Italia presso diversi rivenditori, anche online, ad un prezzo intorno ai 270 €. Arriva già montato e dunque tutta l’attività di robotica si imposta sulla sua programmazione (non sono necessarie lezioni e istruzioni per il montaggio). Comandi direzionali, suoni, luci e rilevamento ostacoli sono le sue funzioni base. Si connette tramite bluetooth a notebook o tablet e anche questo lo rende abbastanza facile da utilizzare, perchè si accoppia come un paio di cuffie o uno smartwatch: non è necessario imparare ad usare particolari collegamenti e procedure di connessione.

Intanto che scrivevo questo post i miei robottini si sono ricaricati con un normale cavo usb e quindi sono pronta per andare a fare qualche altro esperimento con loro. Auguratemi buon divertimento!

Federica

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Conoscete già l’Open Learning Library del MIT?

Nel mondo dell’istruzione digitale, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) rappresenta un irrinunciabile punto di riferimento per l’innovazione. Attraverso la sua Open Learning Library, il MIT mette a disposizione di studenti, professionisti e curiosi di tutto il mondo una risorsa preziosa e completamente gratuita. Questa iniziativa offre l’accesso a una vasta gamma di corsi che coprono svariati ambiti del sapere, dalla scienza alla tecnologia, dalle discipline umanistiche alla gestione aziendale. È un’opportunità unica per chiunque voglia ampliare le proprie conoscenze o esplorare nuovi campi di studio, senza il vincolo di iscrizioni o costi.

La filosofia che guida la Open Learning Library del MIT si basa sull’idea che l’educazione di qualità dovrebbe essere accessibile a tutti, ovunque nel mondo. Con questa piattaforma, l’istituto si propone di abbattere le barriere che impediscono l’accesso all’apprendimento, promuovendo un’istruzione inclusiva e aperta. Gli utenti possono beneficiare di materiali didattici di alta qualità, elaborati dai docenti del MIT, e di strumenti interattivi che favoriscono un apprendimento autonomo e profondo. Per chi è alla ricerca di opportunità di apprendimento flessibili e accessibili, la Open Learning Library rappresenta una risorsa inestimabile. Visitate la pagina su MIT Open Learning Library per scoprire di più su questa iniziativa rivoluzionaria.

Attualmente mi sono iscritta a un corso sul Design Thinking, che promette spunti interessanti sia per le attività con gli studenti, sia per l’organizzazione più generale delle progettualità scolastiche. L’esordio è molto promettente e chissà se riuscirò ad arrivare alla fine… Come si suol dire: se son rose, fioriranno!

Federica

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Una guida preziosa

Cari lettori,

oggi voglio segnalarvi una guida preziosissima, che mi è stata proposta dalla newsletter di Treccani – Edulia e potete scaricare anche voi qui:

https://corsi-scuola.edulia.it/wp-content/uploads/2023/12/Guida_IA_Scuola_Edulia_Treccani_Scuola.pdf?mc_cid=12335dbd70&mc_eid=b38209fe5c

Edulia Treccani scuola è un significativo progetto di formazione per docenti e studenti, in cui si fondono la tradizione culturale dell’Enciclopedia Treccani, e l’innovazione digitale. La guida “Usare l’Intelligenza Artificiale generativa a scuola” di Edulia Treccani Scuola offre diversi capitoli che possono essere particolarmente interessanti. Per me che insegno italiano e lingua e letteratura latina, sono sicuramente importanti:

  1. “GenAI: cos’è l’IA generativa” – Fornisce un’introduzione essenziale ai concetti di base dell’intelligenza artificiale generativa, utile per comprendere come sfruttarla in ambito educativo.
  2. “I Prompt” – Spiega come formulare richieste efficaci ai sistemi di IA, una competenza fondamentale per utilizzare questi strumenti in modo produttivo in classe.
  3. “Insegnare con l’IA – Italiano” – Anche se focalizzato sull’italiano, questo capitolo può offrire spunti utili per applicare l’IA all’insegnamento delle lingue classiche, come il latino, soprattutto in termini di analisi testuale e sviluppo di competenze linguistiche.

Questi capitoli possono fornire al docente di lingua e letteratura latina nuove prospettive e strumenti per integrare l’IA nella didattica, migliorando l’engagement degli studenti e arricchendo il processo di apprendimento.

Nel prossimo post, invece, vi racconterò come si può trasformare chatGPT in un validissimo assistente per la correzione dei compiti online.

Alla prossima!

Federica

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cose belle idee

Tempi digitali, anche per Save the Children

Cari lettori,

questa volta inizio subito con il link:

https://atlante.savethechildren.it/

Oggi vorrei, infatti, condividere con voi le mie riflessioni sull’Atlante “Tempi Digitali” di Save the Children, un’opera a cura di Vichi De Marchi, che ci immerge in un’analisi profonda dell’era digitale, con un focus particolare sulle disuguaglianze che ne derivano.

L’Atlante sottolinea un punto di svolta cruciale: l’era della pandemia di Covid-19, che ha rivelato come la tecnologia digitale sia diventata una componente insostituibile della nostra esistenza​​. Tuttavia, questo cambiamento non è stato uniforme per tutti. Mentre alcune famiglie hanno beneficiato dell’accesso alla tecnologia per l’istruzione e il lavoro a distanza, altre hanno dovuto affrontare l’assenza di tali risorse, evidenziando un netto divario digitale​​.

Uno dei dati più sorprendenti riguarda l’uso degli smartphone tra i bambini, anche in età molto precoce, un fenomeno che è aumentato in modo significativo durante la pandemia​​. L’Atlante ci mostra come i giovani utilizzino i social media per informarsi e formarsi, nonostante le sfide legate alle fake news e alla qualità dell’informazione​​.

È evidente che viviamo in un mondo di “luci e ombre” digitali. La tecnologia ci offre opportunità senza precedenti per l’informazione, l’espressione personale e l’educazione. Tuttavia, può anche rappresentare un terreno fertile per pericoli e insidie, specialmente per la democrazia e la libertà di informazione​​.

In conclusione, l’Atlante “Tempi Digitali” ci invita a riflettere su come possiamo utilizzare la tecnologia per creare un mondo più unito e meno diviso. È un invito a considerare la tecnologia non solo come uno strumento, ma come un fattore cruciale che modella la nostra società e il futuro dei nostri bambini.

Se poi vi può interessare, a pagina 177 della versione pdf scaricabile trovate anche un mio modestissimo contributo sulla formazione dei docenti.

La versione pdf si scarica da qui:

https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/xiv-atlante-dellinfanzia-rischio-tempi-digitali.pdf

Spero che queste riflessioni vi stimolino a pensare al ruolo che la tecnologia gioca nella scuola, nelle nostre vite e nelle vite dei nostri figli. Vi incoraggio a leggere questo illuminante report per una comprensione più profonda dell’era digitale in cui viviamo.

Con affetto,

Federica

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cose belle

SELFIE: Uno strumento innovativo per guidare le scuole nell’era digitale

Cari lettori,

Oggi vorrei parlarvi di un’iniziativa molto utile che sta emergendo nel panorama educativo europeo: il progetto SELFIE. Lo considero uno strumento rivoluzionario per le scuole che desiderano orientarsi efficacemente nella transizione al digitale. Ecco perché questo è il primo post della categoria “cose belle”.

SELFIE, sviluppato dalla Commissione Europea in collaborazione con un panel di esperti e operatori del settore educativo, è un tool online gratuito che consente alle scuole di valutare il proprio uso delle tecnologie digitali. Questo strumento permette alle istituzioni di ottenere una “fotografia” precisa del proprio stato attuale nell’ambito digitale, considerando le opinioni di insegnanti, studenti e dirigenti scolastici o, come abbiamo scelto di fare nella mia scuola, intero staff. È una risorsa preziosa per iniziare un dialogo costruttivo all’interno della scuola su possibili aree di miglioramento e monitorare i progressi nel tempo​​. Dai dati che emergono si può valutare anche quanto la comunità sia consapevole degli sforzi compiuti fino ad ora: a volte staff e dirigenza fanno molto, ma non sempre il resto della comunità scolastica ne è conscio, ed è molto utile andare alla ricerca delle falle organizzative e di comunicazione che possono indebolire molto i processi già avviati.

Attraverso una serie di domande mirate, SELFIE misura l’efficacia dell’uso delle tecnologie digitali nell’insegnamento e nell’apprendimento. Le scuole hanno la libertà di personalizzare lo strumento per adattarlo meglio al loro contesto specifico, rendendo il processo di valutazione estremamente pertinente e utile​​. Il pannello di configurazione prevede la progettazione del questionario nelle tre varianti sopra indicate con una serie di domande standard a cui si possono aggiungere altre a scelta della scuola. Per ogni categoria viene fissato il numero massimo di compilatori ed è indicato su questa base il numero minimo di compilazioni necessario per rendere il monitoraggio attendibile.

La compilazione si deve svolgere entro una finestra di tempo che viene determinata in fase di configurazione e solo quando il termine ultimo sarà scaduto verrà generato automaticamente un report, che si può ricevere via email in pdf o scaricare in formato excel.

Uno degli aspetti più importanti di SELFIE è la sua attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati. Nessun dato personale viene raccolto e tutte le risposte sono anonime, assicurando che la privacy degli individui sia sempre protetta. Ogni scuola è proprietaria del proprio rapporto SELFIE, che può condividere o meno a propria discrezione. Questo livello di riservatezza e controllo rende SELFIE uno strumento affidabile e rispettoso delle normative sulla privacy​​.

Per incentivare la partecipazione, al termine del questionario si può scaricare un attestato (per cui si richiedono nome e cognome ovviamente, ma dopo che il questionario è stato inviato in forma anonima) che certifica la partecipazione come occasione di autoformazione.

La compilazione del questionario nella sua forma base richiede meno di mezz’ora e si tratta quindi di un piccolo sforzo per la comunità scolastica.

In conclusione, ritengo che SELFIE sia un passo avanti significativo per le scuole che ambiscono a integrarsi pienamente nell’era digitale. Offre un metodo standardizzato a livello europeo per valutare e migliorare l’innovazione digitale, fornendo una guida chiara e concreta per gli istituti scolastici che desiderano rimanere all’avanguardia in un mondo in rapida evoluzione.

Invito tutte le scuole a esplorare le possibilità offerte da questo strumento e a considerarlo come un alleato nel loro percorso verso l’innovazione digitale. Qui il link:

SELFIE | Home (europa.eu)

Questa volta vi lascio con una proposta concreta e non con una serie di domande, almeno fino al prossimo post,

Federica